Diario di viaggio
Australia – Ottobre 2006
PARTE 2 – QUEENSLAND
Lunedì 2 ottobre
BRISBANE – Lone Pine Koala Sanctuary – CABOOLTURE : 90 km
BRISBANE è la capitale dello stato del QUEENSLAND, uno dei più popolati di tutta l’Australia. La maggior parte della popolazione si concentra lungo la costa. Con l’aereo costeggiamo lo stato del NEW SOUTH WALES (Nuovo Galles del Sud). Quando stiamo per arrivare a Brisbane l’aereo si abbassa di quota e vediamo chiaramente la GOLD COAST, ribattezzata la MIAMI d’Australia. Una lunga spiaggia bianca con un mare turchese “rovinata” o “abbellita”, dipende dai gusti, da un serpentone di grattacieli. Mèta di surfisti e di molti giovani in quanto i divertimenti non mancano. Noi comunque non ci andremo.
Arrivati a Brisbane, ritiriamo i bagagli e andiamo al bancone della HERTZ per ritirare la macchina. Dall’Italia abbiamo prenotato la macchina (il tipo e il periodo) senza però aver ancora pagato niente. L’impiegato allo sportello non è molto chiaro, anzi abbiamo l’impressione che voglia farci fare delle assicurazioni in più di quelle necessarie. Noi, per sicurezza, facciamo quella completa dopo aver letto un depliant informativo in lingua italiana.
Usciamo dall’aeroporto, cerchiamo la nostra macchina e comincia la nostra avventura in terra australiana. Ci hanno dato una Toyota Camry. E’ una berlina molto voluminosa. Rocco deve farci la mano ma prima di tutto dobbiamo abituarci al fatto che qui si guida a sinistra!
La nostra prima mèta è il LONE PINE KOALA SANCTUARY (www.koala.net). Ci facciamo indicare la strada al noleggio auto. Abbiamo una cartina della città ma in un primo momento, dovendo stare attenti alla guida, prendiamo una strada sbagliata. Arriviamo comunque a destinazione senza troppi problemi. Sono le 11.00 quando entriamo al parco. Qui ci sono koala, canguri, goanna, emu, kassowary, coccodrilli, wombat, echidna, dingo. E’ un bellissima giornata e fa caldo. Oltre a vedere questi animali veniamo in contatto con la vegetazione tropicale. Alberi mai visti. Gli unici che riconosciamo sono gli eucalipti. Quando usciamo sono da poco passate le due.
Adesso dobbiamo andare in direzione nord verso la SUNSHINE COAST. Per prima cosa dobbiamo raggiungere la BRUCE HWY, l’autostrada che collega la città di Brisbane a quella di Cairns. Mi aiuto con la cartina della città e l’atlante stradale che ci siamo portati dall’Italia. In questo tratto la BRUCE HWY è a tre corsie per direzione di marcia e molto trafficata.
Dopo un po’ cominciamo ad accusare la stanchezza del viaggio e facciamo una sosta al supermercato per fare un po’ di spesa e prendere una buona scorta d’acqua.
Caboolture è la località dove ci fermiamo per la notte. Precisamente al Caboolture Motel – 4 Lower King St, Caboolture 4510 (AUD 85). Per non dormire subito, andiamo a fare due passi e notiamo che qui camminano tutti scalzi. Acquistiamo una tessera telefonica per chiamare casa. (naturalmente questa mattina abbiamo inviato un messaggio a casa ma era impensabile chiamarli perché in Italia erano le due di notte).
Adesso sono le sei di sera è quasi buio, in Italia invece sono le dieci di mattina.
Ci sono una miriade di pappagalli colorati che cantano e volano da un albero all’altro fino a quando il sole non è tramontato.
Per chiamare in Italia dobbiamo comporre il 0011 39 e poi il numero di casa, compreso il prefisso.
Quando facciamo ritorno al motel siamo veramente stanchi e non riuscendo a tenere gli occhi aperti dormiamo per alcune ore. Quando ci svegliamo sono le nove passate. Mangiamo qualcosa e poi vediamo quanta strada dobbiamo fare domani per arrivare ad HERVEY BAY. Qui abbiamo già prenotato le prossime due notti.
LE ORIGINI DELLA QANTAS
La QuenslandAndNorthernTerritoryAerialService (QANTAS) è una compagnia aerea di umili origini. Iniziò la sua attività fornendo voli di piacere e collegamenti di aero-taxi nell’outback del Queensland. Venne fondata da Hudson Fysh e Paul McGuinness, due aviatori che sorvolarono l’outback nella famosa gara aerea Londra-Melbourne. La compagnia si costituì a Winton il 16 novembre 1920. Il 22 novembre 1922 ebbe inizio il primo regolare servizio di collegamento fra le città di Cloncurry e Charleville. Nel 1930 il quartier generale venne trasferito a Brisbane. La prima trasvolata oceanica ebbe luogo il 17 aprile 1935, tra Brisbane e Singapore e richiese ben quattro giorni. Nel 1938 la sede della compagnia venne trasferita a Sydney, e nel 1958 il canguro volante simbolo della Qantas era ormai un’immagine diffusa negli aeroporti di 23 paesi. L’acquisizione di una flotta di Boing 707 nel 1959 e di Boing 747 nel 1971 rappresentò un’ulteriore espansione a livello mondiale della compagnia. Oggi la Qantas conta una flotta di 187 velivoli, vola su 32 paesi e trasporta ogni anno 19 milioni di passeggeri.
Martedì, 3 ottobre 2006
CABOOLTURE – Australia Zoo – GLASS HOUSE MOUNTAINS – Hervey Bay (306 km)
Anche oggi è una splendida giornata di sole. Andiamo prima all’Australia Zoo e poi alle Glass House Mountains. Queste montagne sono vulcani ormai spenti. Secondo una leggenda aborigena queste vette erano una famiglia di spiriti di montagna. Fa veramente caldo. Dalla Bruce HWY deviamo verso l’interno sulla strada panoramica che scorre parallela.
L’Australia Zoo (www.crocodilehunter.com) è di proprietà della famiglia Irwin. Steve Irwin è famoso in tutto il mondo per le sue avventure con i coccodrilli e i suoi documentari “spericolati” sui serpenti. Purtroppo Steve Irwin è scomparso qualche settimana fa durante le riprese di un documentario. E’ stato punto da una razza, al largo della costa in località Port Douglas, North Tropical Queensland. All’esterno dello zoo ci sono migliaia di biglietti e la gente continua a lasciare fiori e pensieri. Anche noi lasciamo un messaggio senza entrare nel parco.
Ci dirigiamo poi verso le Glass House Mountains e arriviamo al punto panoramico dove è possibile vederle tutte, circondate da una fitta foresta di alberi tropicali. Ci sono anche delle coltivazioni di frutti di macadamia (le noci di Macadamia prendono il nome dal Dr. John Macadam, l’australiano che per primo le scoprì).
A pranzo ci fermiamo nella comunità di Glass House Mt., all’ombra di un albero, rinfrescati da un leggero venticello.
Riprendiamo il viaggio verso HERVEY BAY ritornando sulla Bruce Hwy.
La Bruce Hwy attraversa lo stato del Queensland da Brisbane a Cairns e funge da autostrada anche se è semplicemente una strada dove occasionalmente si aggiunge la corsia di sorpasso. Non è molto trafficata se non fino alla SUNSHINE COAST e nel tratto che precede la città di CAIRNS dove le corsie aumentano. Lungo la Sunshine Coast ci sono molte località turistiche tra cui NOOSA , ma non abbiamo tempo di fermarci perché comporterebbe una deviazione verso la costa e dobbiamo ancora percorrere molti chilometri.
Alle 4 e mezza del pomeriggio siamo ad Hervey Bay. Questa cittadina di mare dista 30 km dalla Bruce Hwy e si trova di fronte a Fraser Island. Il Shelly Beach Motel, prenotato in internet per due notti (87 AUD a notte), si trova nella zona di Urangan, vicino alla marina da dove partono le escursioni per Fraser Island e quelle per l’avvistamento delle balene. La signora al motel ci accoglie gentilmente e ci conferma anche la nostra escursione di domani a Fraser Island e quella di domani l’altro alle balene già prenotate in internet.
La nostra camera è molto carina. Ha tutti i confort e c’è anche una piccola cucina. Scarichiamo i bagagli e andiamo in spiaggia che si trova proprio di fronte al motel. A farci compagnia ci sono dei pellicani e alcune persone che pescano. Facciamo una passeggiata e assistiamo al tramonto da un pontile dove si vede l’intera insenatura . Il sole scivola dolcemente dietro un promontorio e dopo poco è già buio (sono le 18.00). Per la cena ci fermiamo in un “SEAFOOD”. Una rosticceria dove cucinano il pesce in tutti i modi. Noi prendiamo il barramundi alla griglia con patate e insalata. Terminiamo la serata facendo un giro per i negozi di souvenir.
Per l’escursione di domani ci vengono a prendere alle otto davanti al motel.
Per informazioni su Hervey Bay, prenotazioni ed escursioni, consultare i siti internet www.hervey.com.au.; www.fraserislandco.com.au
Shelly Beach Motel – 510 Esplanade – Hervey Bay Q 4655 www.shellybeachmotel.com.au
Il Pesce Barramundi (leggenda aborigena)
Molto tempo fa, al Tempo del Sogno, non c’erano pesci, così la gente viveva di animali, radici e bacche. Erano tutti abbastanza contenti. Tutti tranne Boodi e Yalima che volevano sposarsi. Ma la tribù insisteva che lei sposasse uno degli anziani del villaggio, per curarsi di lui. Boodi e Yalima decisero di scappare, e così fecero. Ora, andare contro il volere degli anziani e’ illegale, e il reato e’ punibile con la morte, così gli uomini della tribù cominciarono a cacciarli. Corsero e corsero, e anche se erano molto stanchi dovevano continuare, finchè non arrivarono ai limiti della terra dove comincia l’acqua e seppero subito che per sopravvivere avrebbero dovuto combattere. Mentre la tribù scendeva verso loro cominciarono a raccogliere legna e fecero quante più lance possibili. Ma gli uomini della tribù erano troppi e presto le lance finirono. Boodi si voltò verso l’amata Yalima e disse:”Per rimanere insieme per sempre dobbiamo andare nell’acqua per vivere”. E così fecero. Sono ancora là, sotto forma del pesce Barramundi che si nascondono tra i tronchi e i ceppi.
Mercoledì, 4 ottobre 2006
FRASER ISLAND
Questa è l’isola di sabbia più grande del mondo. E’ completamente selvaggia. Nel 1992 l’isola è stata inserita nell’elenco dei siti considerati Patrimonio dell’Umanità.
PERCHE’ FRASER ISLAND SI CHIAMA COSI’
Fraser Island era chiamata originariamente K’gari (isola del Paradiso) dagli abitanti aborigeni. Nel 1770 il capitano James Cook scoprì questa parte di Australia e la battezzò Grande Penisola di Sabbia, poiché pensava che facesse parte della terraferma. Nel 1822 il capitano William Edwardon trovò uno stretto tra l’isola e la terraferma, e l’isola fu quindi ribattezzata Great Sandy Island (Grande Isola di Sabbia). Nel 1858 il nome dell’isola fu cambiato in Fraser’s Island in memoria del naufragio del capitano James Fraser e di sua moglie Elisa. Oggi si chiama semplicemente Fraser Island.
Per visitarla abbiamo deciso di partecipare ad un tour organizzato di una giornata. Diversamente si può visitare con un mezzo proprio, solo 4 ruote motrici, dopo aver ottenuto un permesso.
Ci vengono a prendere con il pullman al nostro albergo, per portarci alla marina. Da Hervey Bay raggiungiamo Moon Point in traghetto. Si tratta di un vero e proprio sbarco sulla spiaggia. Questa mattina il cielo era coperto di nuvole ma adesso il vento le ha portate via e c’è un bellissimo sole. Siamo su una spiaggia infinita dove si vedono solo mangrovie. Cominciamo il tour dell’isola su di un autobus “particolare”. Potrei dire adatto al “camel trophy” in quanto la strada è solo di sabbia e quindi irregolare. La guida ci ordina di mettere le cinture di sicurezza che dovremo tenere sempre, durante i vari spostamenti. E più tardi capiremo anche perché.
La prima sosta è ad un lago nell’ interno , LAKE GARAWONGERA. Qui si può anche fare il bagno e i bambini sono i primi ad entrare in acqua. La guida ci spiega che la sabbia può essere utilizzata per pulire i gioielli, il vetro dell’orologio, oppure come detergente per il corpo. Ci tratteniamo per circa un’ora. L’acqua è limpida e di colore blu intenso. Passeggiamo lungo la spiaggia e sarebbe bello poter vedere un dingo anche se qui sono molto aggressivi ed è vietato dar loro da mangiare.
Riprendiamo il percorso e la foresta pluviale sostituisce la boscaglia. La prossima sosta è quella per il pranzo in località HAPPY VALLEY. Ci troviamo sulla costa orientale dell’isola, battuta dalle onde impetuose dell’Oceano Pacifico e percorriamo la SEVENTY-FIVE MILE BEACH fino a raggiungere il relitto di MAHENO. La sagoma della nave giace sdraiata sulla spiaggia ormai in parte sommersa dalla sabbia e con i segni evidenti del tempo che passa, trasformati in colori caldi dall’arancione al marrone.
Con il nostro potente mezzo solchiamo la battigia e sembra di toccare il mare. Poco più avanti ci sono delle formazioni di roccia colorate, Pinnacle Rock. Da Cathedral Beach facciamo dietro front e da lontano si vede il relitto avvolto da una nebbiolina che il vento porta verso terra direttamente dalle onde del mare. Vorrei fermare il tempo per un attimo e rimanere lì ad ammirare questo quadro naturale.
Ci fermiamo poi ad ELI CREEK , un corso d’acqua dolce che in questo punto si unisce all’oceano. E’ possibile fare il bagno e risalirlo, in parte, a piedi. In questo tratto di costa non è consigliabile fare il bagno a causa dei mulinelli e per gli squali che vivono in queste acque. Eli Creek è un luogo molto frequentato. C’è chi prende il sole, chi fa il bagno e chi ha acceso un fuoco per fare il barbecue e il profumo è ottimo. Questa spiaggia è percorsa da un elevato numero di jeep. Non pensavo che ci fosse così tanta gente sull’isola e ci sono anche molte tende allestite.
Lasciamo a malincuore questa spiaggia meravigliosa e ci addentriamo nuovamente nella foresta pluviale. Percorriamo un tratto a piedi, mentre la nostra guida ci attende per la merenda e per illustrarci i vari tipi di alberi che ci circondano.
Riprendiamo poi il viaggio verso il punto d’imbarco. Il traghetto si vede in lontananza e nell’attesa passeggiamo lungo la spiaggia. E’ stata una giornata meravigliosa e non poteva che concludersi con un tramonto spettacolare che assistiamo dal traghetto mentre arriviamo in porto. Una vera magia.
Giovedì, 5 ottobre 2006
WHALE WATCHING – HERVEY BAY – Benaraby (GLADSTONE) (284 km)
Questa mattina andiamo a vedere le balene. Come stabilito ci vengono a prendere alle 7 di mattina al nostro albergo. Alle 8 e mezza salpiamo verso il mare aperto. Il sole è già alto. Dovremmo vedere le HUMPBACK WHALES saltare fuori dall’acqua. Lungo il tragitto vediamo due tartarughe che si accoppiano e alcuni delfini. Le prime balene che vediamo sono una mamma con il suo piccolo, nuotano una di fianco all’altra. Quando ancora sono lontane si vede lo spruzzo d’acqua uscire in superficie. Sono enormi. Veniamo invitati a muovere le mani per attirarle verso la barca e scopriamo che non è uno scherzo. Si avvicinano veramente! Rimaniamo ad osservarle e le seguiamo.
La sorpresa ancora più bella, l’abbiamo quando in lontananza ne scorgiamo alcune che saltano. E’ una meraviglia. La gente esclama un “oohh” corale di pieno stupore. Attendiamo tutti di rivederle e non si fanno attendere molto, mentre ci avviciniamo. Quando ce la troviamo di fronte, sta semplicemente nuotando di lato, battendo la pinna sull’acqua, fino a quando esegue un guizzo fuori dall’acqua per poi rituffarsi. Succede tutto in un attimo e quando meno te lo aspetti. Purtroppo il tempo a nostra disposizione è finito e salutiamo le balene. Durante il rientro, costeggiamo Fraser Island per un lungo tratto. L’acqua è stupenda ha dei colori dal verde smeraldo, al turchese, all’azzurro.
Quando tocchiamo terra, veniamo riaccompagnati in albergo dove prendiamo la macchina e, dopo aver comprato qualcosa per il pranzo, partiamo. Da Hervey Bay raggiungiamo la Bruce Hwy e ci dirigiamo verso nord. Questo pomeriggio lo consideriamo di trasferimento in quanto, secondo il nostro itinerario dobbiamo essere sabato (7 ottobre) ad AIRLIE BEACH.
Per la notte ci fermiamo lungo la Bruce Hwy in località Benaraby vicino a Gladstone, al GREENACRES MOTEL (AUD 65). La signora che lo gestisce, Andrea, è molto gentile e cordiale.
E’ per questo motivo che le chiediamo di prenotarci una camera per la prossima notte a BROKEN RIVER, all’interno dell’EUNGELLA (si legge “ianghillla” ) NATIONAL PARK. Abbiamo avuto qualche problema a farle capire dove fosse il posto perché ignoravamo come si pronunciasse la parola EUNGELLA che significa “TERRA di NUVOLE”. Quando ha capito ci ha mostrato un depliant e ci ha indicato la strada (anche se quella l’avevamo già individuata). Abbiamo anche scoperto che è stata in Italia e le è piaciuta molto quindi abbiamo promesso di mandarle una cartolina da Bologna. Ci ha anche chiesto del nostro viaggio e praticamente è stata in molti dei luoghi che noi visiteremo.
Greenacres Motel Van Park
Bruce Highway – Benaraby – QLD 4680
Australia
Venerdì, 06 ottobre 2006
BENARABY – SALINA – PIONEER VALLEY – BROKEN RIVER (Eungella N.P.) (544 km)
Dopo aver salutato Andrea, partiamo in direzione nord lungo la Bruce Hwy. Percorsi 92 km, arriviamo a ROCKHAMPTON e ci fermiamo al Tourist Information per vedere il TROPIC MAKER, una guglia che rappresenta il TROPICO DEL CAPRICORNO, una linea immaginaria parallela all’equatore, da cui dista 23°27′ verso sud.
Il Tropico del Capricorno attraversa, partendo dal Meridiano di Greenwich verso est: Oceano Atlantico, Namibia, Botswana, Sudafrica, Mozambico, Canale del Mozambico, Madagascar, Oceano Indiano, Australia, Oceano Pacifico, Cile, Argentina, Paraguay, Brasile, Oceano Atlantico.
Riprendiamo il viaggio. Da questo momento la Bruce Hwy è costeggiata di campi di canna da zucchero. Sono uno attaccato all’altro. Parallela alla strada corre la ferrovia che trasporta le canne direttamente allo zuccherificio per essere lavorate. Volendo organizzano tour per visitare i “SUGAR MILL”.
LO ZUCCHERO
La canna da zucchero, coltivata lungo una fascia pressoché ininterrotta tra Bundaberg e Mossman, a nord di Cairns è il pilastro economico della costa orientale.
Dopo aver piantato la canna da zucchero in novembre, la terra viene presto ricoperta da un manto verde e prima della raccolta sei mesi più tardi, viene dato fuoco ai campi, per bruciare le foglie e concentrare al massimo il contenuto zuccherino. Il fuoco viene spesso appiccato al tramonto e gli incendi sono tanto fotogenici quanto brevi. Le canne da zucchero tagliate arrivano agli zuccherifici grazie alla rete di trasporto su rotaie. Gli zuccherifici sono edifici incredibili, abbandonati per metà dell’anno, con enormi tubature e macchinari che giganteggiano al di là delle pareti. La canna viene spremuta per ottenere lo zucchero grezzo o melassa, in base ai dettami del mercato; la fibra schiacciata viene utilizzata come combustibile per le caldaie che consentono la lavorazione; e infine le ceneri ritornano ai campi come fertilizzanti. Durante queste operazioni gli zuccherifici eruttano vapore 24 ore su 24.
(lettura dalla “The Rough Guide”)
Per il pranzo ci fermiamo nel paese di Salina. Al Tourist Information prendiamo alcuni depliant. Anche oggi fa molto caldo. Pranziamo all’ombra di un albero, in un comodo tavolino, dopo aver acquistato alcuni hamburger e patatine in una rosticceria. Tutto molto buono. Ci sono dei ragazzi che chiacchierano, altri scherzano, giocano e vanno in bicicletta. Facciamo anche due passi per sgranchirci le gambe.
Riprendiamo la nostra compagna di viaggio, la ormai classica Bruce Hwy e poco prima di raggiungere la località di MACKAY, deviamo dalla costa verso l’interno. Raggiungiamo l’EUNGELLA NATIONAL PARK dopo 80 km attraverso la PIONEER VALLEY. Nell’ultimo tratto risaliamo una montagna lungo una strada stretta e ripida fino ad arrivare a EUNGELLA VILLAGE. Da qui dopo 5 km arriviamo a BROKEN RIVER dove abbiamo prenotato da dormire al BROKEN RIVER MOUNTAIN RETREAT (110 AUD).
Questo albergo è completamente immerso nel verde ed è vicinissimo al punto di osservazione degli ORNITORINCHI (PLATYPUS). Alla reception ci forniscono una piantina dettagliata dell’area. Gli orari migliori per osservare gli animali sono dopo le 16.00 e al mattino fino alle 09.00. Quindi siamo in orario perfetto perché sono da poco passate le quattro. Andiamo a vedere la camera, depositiamo i bagagli, ci rinfreschiamo e andiamo alla scoperta degli ORNITORINCHI. Ci sono già degli altri osservatori in attesa, in assoluto silenzio. Quando vediamo muoversi qualcosa nell’acqua pensiamo subito che sia un platypus ma è una tartaruga. Finalmente lo vediamo. Delle bolle d’acqua risalgono in superficie e poco dopo si vede spuntare l’ornitorinco che rimane a pelo d’acqua per poco tempo e velocemente si immerge. Questa piscina naturale è il loro dominio. Ci tratteniamo fino all’imbrunire. Dopo cena usciamo per fare due passi e per ammirare il cielo stellato. C’è anche la luna piena ed è l’unica luce che illumina la strada al di fuori del resort. Non ci sono rumori solo uccelli notturni che cantano. Le stelle sono tantissime si vede anche la via lattea. Non abbiamo mai visto nulla di simile!
Buona notte.
Broken River Mountain Retreat
www.brokenrivermr.com.au
L’ornitorinco è un membro dell’ordine dei Monotremi. Il termine ” Monotremi” deriva dal fatto che depongono le uova e usano la stessa apertura per la riproduzione e per eliminare i prodotti di rifiuto. L’ornitorinco si può trovare lungo la costa est dell’Australia, nei fiumi, torrenti e laghi. Questo animale è prevalentemente solitario, con un suo specifico territorio in cui vive e si nutre in tane lungo le sponde dei fiumi. Il primo esemplare di ornitorinco spedito in Inghilterra si dice sia stato considerato uno scherzo. In effetti questo animale ha il muso con un becco d’anatra, la coda di un castoro e depone uova, pur allattando i suoi piccoli. L’ornitorinco è grande circa la metà di un gatto domestico. Un maschio adulto è lungo mediamente 50 cm e il suo peso è attorno a 1,7 Kg, la femmina ha una lunghezza media di 44 cm e un peso di 0.9 Kg. La coda è lunga circa 12 cm e il becco 5.5 cm. L’ornitorinco ha una spessa copertura impermeabile di peli su tutto il corpo, eccetto i piedi e il becco. La pelliccia esterna è di colore marrone scuro sul dorso e giallastra sul ventre. La coda è costituita principalmente da tessuto grasso che viene usato per immagazzinare energia, che l’animale può usare durante l’inverno se c’è scarsità di cibo. La punta della coda è coperta da peli ruvidi, mentre sotto la pelliccia e più rada. La coda di un ornitorinco è diversa da quello di un castoro sia per la forma che per l’impiego. La coda del castoro è piatta e larga e viene usata per spingersi nell’acqua. L’ornitorinco usa la coda solo per sterzare mentre nuota con le zampe. Il corpo dell’ornitorinco è piatto, lineare e ha zampe corte. Le zampe anteriori sono palmate, ideali per il nuoto. Le zampe palmate danno l’impressione che l’ornitorinco abbia i piedi piatti, da cui il nome “platypus”. Su ognuna delle zampe posteriori (sulle caviglie) dei maschi vi è uno sperone corneo lungo 1.5 cm. Lo sperone è cavo e collegato ad una ghiandola velenosa attraverso un condotto. Il platypus non ha orecchio esterno e chiude sia gli occhi che le orecchie durante le immersioni, quindi viene guidato solo dal becco. Sulla terra la vista è comunque molto buona a grandi distanze anche se, a causa del becco, l’ornitorinco non riesce a vedere ciò che è molto vicino. L’ornitorinco emette dei versi simili a un ringhio e a quelli di una gallina. Questi vengono emessi in situazioni di pericolo. L’ornitorinco si nutre di invertebrati, piccoli pesci, uova di pesci, rane e girini. La ricerca del cibo avviene durante le immersioni nei fondali dei fiumi muovendo il capo e il becco nel fango. Le immersioni durando circa 40 secondi e durante questo periodo l’ornitorinco usa sia il tatto che la capacità di individuare variazioni del campo elettrico (grazie alle terminazioni nervose del becco) per localizzare le piccole prede. Una volta catturato, il cibo viene trasferito nella tasca guanciale localizzata dietro il becco. L’ornitorinco raggiunge poi la superficie e il cibo viene spostato nella bocca, dove viene triturato dalle placche situate nella mascella e nella mandibola. Ai lati della mascella vi sono delle punte dentellate che vengono usate per espellere rifiuti quali gusci e fango. I predatori dell’ornitorinco sono le volpi, gli uccelli predatori e soprattutto i coccodrilli. In passato venivano cacciati dall’uomo, ma ora sono protetti. L’ornitorinco sembra avere un comportamento prevalentemente notturno, ma si vede spesso all’alba e al tramonto, anche se le sue abitudini variano a seconda della zona, del sesso e della stagione. Fuori dall’Australia e dalla Nuova Guinea non esistono parenti dell’ornitorinco. Duckbill, watermole, duckmole sono i nomi inglesi dati all’ornitorinco dai primi europei che lo incontrarono. Nel 1799 fu chiamato Platypus Anatinatus e in seguito Ornitorhynchus. Gli aborigeni lo chiamano mallamong, boondaburra e tambreet.
Sabato, 07 ottobre 2006
BROKEN RIVER (Eungella N.P.) – Proserpine – AIRLIE BEACH (200 km)
Questa mattina ci svegliamo tra i canti dei pappagalli. Nel giardino ci sono i tacchini selvatici e numerosi altri uccelli salutano il sorgere del sole. Appena fatta colazione andiamo a vedere gli ornitorinchi. C’è una grande tranquillità il tempo sembra scorrere lentamente in un’atmosfera ovattata. Possiamo confermare che gli orari indicati consentono di vederli con certezza. Naturalmente bisogna avere pazienza. Completiamo la visita facendo una passeggiata nella foresta pluviale.
A metà mattinata ripartiamo con destinazione AIRLIE BEACH. Facciamo una prima sosta in un punto panoramico da dove si vede tutta la PIONEER VALLEY e poi via verso il mare.
Airlie Beach è una località lungo la costa, ottima base per esplorare la grande barriera corallina. Si affaccia proprio sull’arcipelago delle WHITSUNDAY ISLANDS. Il motel l’abbiamo prenotato questa mattina per due notti. AIRLIE BEACH MOTOR LODGE vicino al mare, lontano dal caos (AUD 85 a notte).
A Proserpine ci fermiamo al Centro Visitatori Tourism Whitsundays (www.whitsundaytourism.com) per prenotare l’escursione di domani, a Whiteheaven Beach e alla barriera corallina nello stesso giorno. Avendo già visto in un depliant cosa prevede la gita, chiediamo semplicemente conferma del prezzo e dell’itinerario per poi prenotare e pagare. Ci sono tantissime escursioni. C’è l’imbarazzo della scelta.: dalle crociere di alcune giorni ai soggiorni su un’isola. Noi scegliamo “All in one day!”- www.mantaraycharters.com – (massimo 36 partecipanti): partenza da Airlie Beach al mattino con destinazione l’isola di Whitsunday, la più grande dell’arcipelago, con la splendida spiaggia di Whiteheaven. Pranzo e successivo snorkeling alle isole coralline. A questo punto non ci resta che percorrere gli ultimi 35 km per raggiungere Airlie Beach.
Anche oggi, potrò sembrare ripetitiva, è una splendida giornata di sole e fa veramente caldo. Arriviamo al motel, scarichiamo i bagagli e poi andiamo alla spiaggia. In questa località è stata creata una laguna artificiale con diverse piscine e un parco giochi in quanto non esiste una spiaggia vera e propria. Oggi pomeriggio è affollatissima.
Facciamo una passeggiata sul lungomare per arrivare alla marina e poi aspettiamo il tramonto. Per cena compriamo della carne da cuocere nel barbecue del motel. Ottima idea che sarà da ripetere.
Qui tutti i motel hanno il barbecue a disposizione dei clienti, con stoviglie, condimenti e tavoli dove cenare. Naturalmente in camera non mancano il frigo, il forno a microonde, piatti, posate, tazze e bicchieri. Per la colazione ci sono delle bustine di caffè solubile, te, latte, zucchero e una porzione singola di biscotti.
Airlie Beach Motor Lodge .. The Whitsundays
6 Lamond Street. Airlie Beach. QLD 4802
AVVERTENZA:
Da ottobre ad aprile, evitate di fare il bagno lungo le spiagge settentrionali non protette a nord di Rockhampton, poiché potreste incontrare le cubomeduse, box jellyfish o stinger (vespa di mare) , fatali per l’uomo. Se avete dei dubbi, chiedete alla gente del posto se i dubbi permangono evitate di entrare in acqua; la puntura di una cubomedusa è in grado di uccidere nel giro di pochi minuti. Nel malaugurato caso in cui veniate punti, cospargete le ferite di aceto (disponibile su molte spiagge).
Un altro pericolo nelle acque settentrionali è costituito dai coccodrilli marini, comunemente chiamati salties. Questi possono trovarsi al largo o in prossimità della riva del mare, ma anche nelle acque dei torrenti e fiumi – in particolare quelli soggetti alle maree – a volte anche molto lontano dalla foce.
(dalla Lonely Planet)
Domenica, 08 ottobre 2006
AIRLIE BEACH – Whitsunday Islands
Questa mattina ci vengono a prendere all’albergo per portarci alla marina dove salpiamo per le isole verso le nove. Attraversiamo lo stretto fra Hook Island e Whitsunday Island e proseguiamo fino ad arrivare al punto di attracco per accedere su quest’ultima isola. Con un gommone ci portano a riva. Da qui risaliamo in cima ad INLET HILL da dove si gode un panorama mozzafiato. Il mare è di colore turchese intenso in contrasto con la spiaggia bianchissima e il manto verde che ricopre l’isola. Non ci sono parole. Da casa ho pensato tanto a quando mi sarei trovata quassù. Scendiamo poi alla spiaggia dove sistemiamo gli zaini all’ombra di un albero e andiamo a fare una passeggiata. L’acqua è stupenda, ci sono diversi pesci e anche uno squaletto. Purtroppo il tempo passa velocemente e dobbiamo tornare al punto d’imbarco. Rimarremmo volentieri qui tutto il giorno! L’appuntamento è per le 12.30. Appena siamo tutti di nuovo a bordo, viene servito il pranzo mentre ci dirigiamo verso il punto in cui effettueremo snorkeling.
Durante il tragitto ci vengono fornite alcune nozioni per lo snorkeling anche in caso di bisogno. Comunque ci saranno tre persone che ci osserveranno. Quando arriviamo alla barriera, ci forniscono di pinne, maschera e di una muta. Appena mettiamo piede in acqua ci rendiamo subito conto che non è affatto calda! Anzi esattamente il contrario. Siamo un po’ distanti dalla barriera, non ci resta che avvicinarci, magari muovendosi è meno freddo. Ci sono tantissimi coralli colorati e una miriade di pesci. Peccato non avere una macchina fotografica subacquea!. Nuotiamo per una mezz’ora abbondante poi decidiamo di risalire sulla barca perché sono troppo infreddolita. A bordo ci aspetta una buona bevanda calda. Ci cambiamo e aspettiamo che rientrino anche gli altri. Il viaggio riprende verso Airlie Beach.
Tra i nostri compagni di viaggio ci sono soprattutto degli europei: francesi, inglesi, svizzeri. Conosciamo una ragazza svizzera che viaggia da sola, con zaino in spalla e spostandosi in autobus. C’è una coppia di ragazzi di Nizza. La ragazza non parla italiano, ma solo inglese. Il ragazzo è un gendarme e ha imparato l’italiano dai nostri connazionali che abitano nella sua città. La loro vacanza è di tre settimane nel Queensland. C’è un altro personaggio francese che viaggia da solo, parla un po’ italiano perché ha lavorato in Italia. A guardarlo bene potrebbe ricordare il cantante Francesco Guccini. E’ molto gentile. Ci racconta il suo itinerario e ci dà alcuni consigli. Altri due ragazzi inglesi stanno facendo il nostro stesso giro ma in senso contrario e manca poco alla fine del loro viaggio.
Quando rientriamo in porto è quasi il tramonto. Facciamo una passeggiata sul lungomare e un giro per negozi, anche se alcuni sono già chiusi. Questa località è molto frequentata, soprattutto da giovani e lungo la strada principale ci sono molti locali dove suonano musica dal vivo. Ci sono molte agenzie che organizzano i tour, negozi alla moda, di abbigliamento sportivo e nautico. Rientriamo in albergo per la cena e poi facciamo un ultimo saluto ad Airlie Beach.
Domani dobbiamo arrivare a CAIRNS.
LA GRANDE BARRIERA CORALLINA è l’unico organismo vivente visibile dallo spazio. E’ una delle sette meraviglie del mondo naturale. La conglomerazione di corallo colorato che si estende lungo la costa del Queensland è considerata la più grande barriera corallina del pianeta, anche se in realtà è formata da un insieme di 2600 unità separate che sorgono parallelamente alla costa. Ha una lunghezza di 2000 km da Bundaberg allo stretto di Torres, dista 300 km dalla costa a sud e 30 a nord. I veri artefici della barriera sono coralli duri (o madrepore) che secernano una piccola quantità di calcare, dando così vita ad uno scheletro a cui spetta la funzione di proteggere e sostenere la molle struttura del polipo. Alla morte dei polipi se ne formano di nuovi sulla parte superiore e i loro miliardi di scheletri si uniscono dando vita ad un banco corallino in perpetua crescita. I coralli necessitano di luce ed è questa la ragione per la quale al di sotto dei 30 metri di profondità crescono assai stentamente. Lo scheletro dei corallo è di colore bianco, mentre sono i polipi del corallo stesso che determinano i caleidoscopici colori che caratterizzano il reef. Inoltre il tipo di polipo determina la forma che assumerà la barriera corallina: il banco corallino può assumere una struttura ramificata, annidato o simile a un piatto tavolato. La Grande Barriera Corallina è popolata da mammiferi marini come balene, delfini e dugongo oltre a 1500 specie di pesci, 400 tipi di coralli, 4000 razze di vongole e altri molluschi, 800 echinodermi, 500 varietà di alghe marine, 200 specie di uccelli, 1500 varietà di spugne e sei tipi di tartarughe.
Le scogliere si distinguono in tre categorie:
1) La barriera corallina si estende al largo del sistema di scogliere, costeggiando la piattaforma continentale e costituendo una formazione ininterrotta.
2) Le scogliere continentali si formano tra la barriera e la terraferma e spesso fungono da supporto ai banchi di sabbia corallina. Questo succede quando la scogliera cresce fino a superare il livello del mare, e persino dell’alta marea. Il corallo morto si frantuma e si adagia sul fondo formando la sabbia dove, in alcuni casi, attecchisce la vegetazione.
3) Più vicino alla costa si trovano invece le scogliere areali, in corrispondenza delle isole più collinose che in origine erano le vette di monti costieri, poi sommersi con l’innalzarsi del livello del mare, e di cui rimane visibile solo la cima. Sono i luoghi migliori per osservare i banchi di corallo vicino alla spiaggia.
Lunedì, 09 ottobre 2006
AIRLIE BEACH – Townsville – CARDWELL – Freshwater – CAIRNS (625 km)
Oggi percorriamo la Bruce Hwy per oltre 600 km per arrivare a CAIRNS, la seconda città più importante del Queensland. Qui sembra già estate. Lungo la strada ci sono immense piantagioni di canna da zucchero che si alternano a quelle di banane. Un paesaggio completamente diverso da quello a cui siamo abituati e che abbiamo visto fino ad ora nei nostri viaggi oltre oceano. A pranzo siamo già oltre la città di TOWNSVILLE e ci fermiamo a CARDWELL. In questo tratto la Bruce Hwy costeggia il mare. Mangiamo qualcosa in un parco lungo la spiaggia. E’ proprio qui che vediamo i cartelli di divieto di balneazione per la presenza dei coccodrilli marini: i SALTWATER CROCODILES vivono in acque salmastre, hanno dimensioni enormi e sono aggressivi. Come fanno gli abitanti di Cardwell? Si possono trovare un coccodrillo in giardino! La spiaggia della baia è ornata di palme e mangrovie. Percorriamo un pontile al termine del quale un ragazzo con il nonno stanno pescando e ci fanno notare che in acqua c’è una tartaruga. L’acqua è limpida e la seguiamo per un tratto, magari vediamo anche un coccodrillo!
Riprendiamo il viaggio e verso le quattro del pomeriggio siamo a Cairns. Avvicinandosi alla città la Bruce Hwy si trasforma in Freeway passando a tre corsie per senso di marcia. Il traffico aumenta notevolmente. Prima di entrare in città prendiamo la deviazione per FRESHWATER. In questa località c’è la stazione ferroviaria originale del treno che porta alla località di KURANDA (www.kuranda.org / www.ksr.com.au). Andiamo subito alla stazione per chiedere gli orari del treno e poter così organizzare la gita di domani a Kuranda. Adesso dobbiamo trovare da dormire. Prima però andiamo al Tourist Information. Qui passiamo quasi un’ora per prenotare da dormire per questa notte e le prossime due + il biglietto del treno per Kuranda (solo andata). Ci mettiamo un po’ di tempo ma in questo modo ci siamo potuti organizzare in modo da poter vedere quello che ci interessa nei prossimi giorni che ci rimangono da trascorre nel Queensland.
Andiamo subito al nostro motel che si trova lì vicino (RAINBOW INN – 89 AUD). Scarichiamo i bagagli ed è già quasi ora di cena. Questa mattina ci siamo alzati molto presto e adesso siamo un po’ stanchi.
Martedì, 10 ottobre 2006
CAIRNS – Kuranda (treno + SkyRail) – COW BAY (130 km)
Il treno per Kuranda parte alle 08.50 dalla stazione di Freshwater. Abbiamo già la prenotazione, dobbiamo solo ritirare i biglietti alla cassa. Alle 08.20 siamo già in stazione e così ci soffermiamo al negozio di souvenir. La banchina si riempie di gente in trepida attesa. Quando arriva saliamo sulla nostra carrozza. Si parte. Il treno procede lentamente risalendo il BARRON GORGE. Si inerpica gradualmente lungo le pareti del canyon dove scorre il BARRON RIVER. Dopo aver attraversato diverse gallerie, giungiamo alle BARRON FALLS. Qui ci fermiamo per ammirare le cascate.
Essendo ormai il termine della stagione secca, non c’è molta acqua. Il fischio del treno ci richiama tutti in carrozza e si riparte. Prossima fermata: Kuranda. Questa stazione è completamente immersa nel verde ed è davvero caratteristica. Poco distante si trova il BARRON RIVER. Si può fare una gita in battello lungo il fiume oppure una passeggiata nel parco costeggiando il fiume. C’è anche un sentiero che porta a un belvedere sulle BARRON FALLS.
Kuranda è un puntino colorato nell’immensa foresta pluviale che impera sovrana in tutto il Queensland Nord Tropicale.
Noi veniamo subito catturati dai negozi di souvenir. C’è davvero l’imbarazzo della scelta e facciamo alcuni acquisti. La strada principale porta ai mercatini dove è possibile trovare i prodotti locali. Per pranzo ci facciamo preparare dei panini che consumiamo nella foresta dove arriviamo con la SKYRAIL (www.skyrail.com.au). E’l’ovovia più lunga del mondo: 7,5 km. Ci sono due fermate intermedie dove è possibile scendere, passeggiare nella foresta e riprenderla. E’ veramente spettacolare. Sembra di essere su di un aeroplanino. Si “sorvolano” le ampie acque del Barron River, stermitati alberi di eucalipto alti anche 50 metri, ed infine lo sguardo arriva fino al mare nell’ampia distesa pianeggiante occupata in parte dalla città di Cairns.
Per raggiungere la stazione di Freshwater, dove abbiamo lasciato la macchina, prendiamo la navetta che collega queste due attrattive turistiche.
A questo punto prendiamo la CAPTAIN COOK HWY verso nord. Lasciata la città, la strada costeggia il mare diventando più tortuosa. Ci fermiamo in un punto panoramico e vediamo un’aquila che tiene un pesce tra gli artigli. Poco dopo la località di MOSSMAN prendiamo la deviazione per il Daintree River. Qui attraversiamo il fiume sul traghetto che collega le due sponde e ci immergiamo in una foresta sempre più fitta. Il sole riesce a filtrare solo leggermente. Il primo cartello che vediamo invita alla prudenza in quanto la strada è sempre più stretta e irregolare. Quello subito dopo segnala la presenza dei CASSOWARY (CASUARIO AUSTRALIANO).
CASSOWARY
Questi uccelli, così come gli struzzi, gli emù e i nandù, non sono in grado di volare, ma possiedono delle zampe molto potenti. Il piumaggio è completamente nero. La pelle della testa e del collo è blu e rossa. Sulla testa presenta una cresta particolarmente accentuata, utile per muoversi nella densa vegetazione. Non si osserva alcun dimorfismo sessuale, il maschio e la femmina sono quindi molto simili. Il Casuario Australiano è alto 160 cm.
Questo uccello, inetto al volo, ha sviluppato una spiccata capacità nella corsa. Conduce una vita solitaria per la maggior parte dell’anno, ad eccezione del periodo riproduttivo. In questa fase il maschio corteggia la femmina mettendo in evidenza il vaporoso piumaggio ed emettendo dei particolari richiami sonori. Solitamente la femmina visita i territori di maschi diversi accoppiandosi di volta in volta e lasciando ad ognuno di essi l’onere della cova e della cura dei polli. La vita solitaria viene meno nella stagione riproduttiva. Il nido è realizzato a terra e sono deposte dalle 4 alle 8 uova verdastre (così da confondersi con il suolo). Il casuario si nutre di insetti, di frutti e di piccoli vertebrati che scova nelle foreste esplorate. La cresta cornea posta sul capo serve proprio a rimuovere le foglie e scovare il cibo.
http://www.rainforesthideaway.com/capetribulation/cassowary.htm
Ci fermiamo all’ALEXANDRA LOOKOUT . Da qui si vede il Daintree River che si getta nel mare.
E’ pomeriggio inoltrato quando arriviamo al nostro alloggio consigliatoci all’agenzia turistica di Cairns. La Sig.ra che ce l’ha prenotato, c’è stata personalmente. Dalla strada principale deviamo verso COW BAY BEACH. Dopo qualche km, sulla sinistra c’è l’indicazione per il “CROCODILE VILLAGE”. Arriviamo al parcheggio e capiamo subito che qualcosa non torna. Ci addentriamo nella foresta per un sentierino di ghiaia.
Arriviamo alla reception e dopo aver preso nota che non possiamo portare cibo in camera perché attira gli animali e che non esiste la chiave della camera, ci indirizziamo verso la nostra dimora (il suo nome è BLACK BEAN). Lungo il percorso realizziamo sempre più che non è quello che pensavamo di aver prenotato. In effetti si tratta di una tendopoli. Nella stanza (= baracca) c’è un letto, che sta in piedi per miracolo, le lenzuola sembrano usate ma non lavate ed è sovrastato da un zanzariera tutt’altro che romantica! E neanche a farlo apposta, è occupato da un ragno enorme. Per non parlare dell’odore! Il bagno c’è ma mi rifiuto di vederlo. Non vedo l’ora di uscire. Naturalmente d’accordo con Rocco decidiamo di trovare un altro posto dove passare la notte.
Fortunatamente poco prima della deviazione ci siamo fermati a fare alcune fotografie in corrispondenza di un motel. Il sole sta per tramontare è meglio sbrigarci. Al motel troviamo la camera che fa per noi. Torniamo al Crocodile Village per disdire la camera facendogli capire che c’è stato un “misunderstanding”, ma ci dicono che non ci possono restituire i soldi. Per noi non è un problema, l’importante che per questa notte non dormiamo lì. Siamo fortunati ad aver trovato quello che volevamo, senza dover fare altri km.
Raccontiamo l’accaduto alla Sig.ra del motel che si preoccupa di chiamare l’ufficio turistico per parlare con Sahra (che ha fatto la prenotazione). Dopo diverse telefonate ci dice che riavremo i soldi se la camera verrà occupata. Intanto compriamo una confezione di te del Daintree coltivato senza l’uso dei pesticidi e una confezione di carne per il barbecue. La scongeliamo nel forno a microonde e poi la cuociamo nel barbecue esterno. Adesso sì che ragioniamo.
In giardino c’è l’area barbecue con una grande tavola, le piastre per cuocere la carne, gli utensili e i vari condimenti. Qui facciamo conoscenza con un ragazzo di Adelaide. Ha dei parenti a Latina e parla un po’ italiano. Quando arriviamo noi, sta pulendo la piastra con un mezzo limone. Quando la piastra è calda iniziamo a cuocere la carne e allo stesso tempo a fare conversazione. Sembra che ci conosciamo da sempre. Ottima cena.
Sta per arrivare un temporale: c’è un forte vento e comincia già a piovere. E’ stata una giornata intensa e non ci mettiamo molto a prendere sonno.
www.daintreeretreat.com.au
Cape Tribulation, Daintree National Park
http://www.epa.qld.gov.au/projects/park/index.cgi?parkid=166
Mossman Gorge, Daintree National Park
http://www.epa.qld.gov.au/projects/park/index.cgi?parkid=163
Mercoledì, 11 ottobre 2006
COW BAY – Cape Tribulation – MOSSMAN GORGE – Port Douglas (132 km)
Questa mattina ci alziamo con calma, il tempo non promette niente di buono. C’è ancora un gran vento che porta cumuli di nuvole dal mare. Salutiamo Meg, la gentile signora del motel, e ci dirigiamo verso Cape Tribulation. Prima ci fermiamo al “Crocodile Village” per sapere se la nostra ex camera è stata occupata. La risposta è negativa.
Lungo la strada facciamo una sosta per osservare un’aquila che plana su una piantagione di tè. E’ ancora presto e per strada non c’è quasi nessuno. Al “general store” incontriamo il ragazzo di ieri sera con la sua famiglia. Quando arriviamo a Cape Tribulation scambiamo due parole con una signora inglese, di Bristol. E’ tutta sola, sta facendo una passeggiata fino alla spiaggia e ci racconta che ieri a mezzogiorno ha visto un coccodrillo su una spiaggia lì vicino. Lo ha raccontato ai ranger e le hanno detto che è molto insolito vederli di giorno. Quando le chiediamo cosa ha fatto quando l’ ha visto, risponde che si è allontanata velocemente. Noi stiamo per andare alla spiaggia e dobbiamo percorrere un sentiero nel bosco. Sono un po’ suggestionata da quello che mi ha appena raccontato quella signora. Qui la foresta pluviale incontra la barriera corallina. Gli alberi arrivano direttamente sulla spiaggia a pochi passi dal mare. Questa spiaggia è in una piccola insenatura. Dopo poco comincia a piovere e ci rifugiamo tra gli alberi ma smette quasi subito. Spunta anche il sole. Fa abbastanza caldo, soprattutto c’è molta umidità. A questo punto torniamo indietro e andiamo alla KULKI BEACH. Facciamo una camminata fino al punto panoramico, ammirando le distese di mangrovie in fiore che spuntano dall’acqua. E’ un vero paradiso.
Tornando verso sud facciamo una sosta al nostro motel e proprio in quel momento c’è un CASSOWARY in giardino che sta mangiando dei frutti da un albero. Meg e suo marito sono entusiasti di vederci. Ci avviciniamo muniti di telecamera e macchina fotografica, facendo meno rumore possibile. Eccolo proprio qui davanti a noi! E’ enorme. Si accorge di noi, ci guarda e si sposta nella nostra direzione. E’ meglio allontanarsi. Ha dei colori bellissimi sul collo e sulla testa. Meg ci dice che siamo stati davvero molto fortunati non è poi così facile vederli! E’ contenta per noi. Seguiamo il cassowary con lo sguardo mentre si inoltra nella foresta. Ci risalutiamo e questa volta è proprio un addio.
Attraversiamo il Daintree River e poco dopo ci fermiamo in prossimità di un’area paludosa ricca di fiori colorati che affiorano dall’acqua.
Nella località di MOSSMAN compriamo qualcosa da mangiare in una panetteria. Consumiamo il pranzo al MOSSMAN GORGE. Il tempo sì è un po’ guastato. E’ molto nuvoloso e potrebbe anche piovere. Dopo pranzo ci inoltriamo per un sentiero in mezzo al bosco che costeggia un fiume. E’ un luogo molto affollato. In alcuni punti ci sono delle piscine naturali dove c’è chi fa il bagno. Poco oltre c’è anche un ponte sospeso dove è consentito passare al massimo in 20 persone nello stesso momento. Il sentiero da percorrere sarebbe molto più lungo di quello che facciamo. Noi torniamo indietro dopo un km.
La nostra meta è PORT DOUGLAS a pochi km da dove ci troviamo. Questa è una località balneare molto frequentata. Prendiamo possesso della nostra camera, alquanto spartana, al PORT O’CALL, ( www.portocall.com.au ) già prenotata tramite l’agenzia. Ci dirigiamo poi nel centro del paese dove, lungo la strada principale ci sono una serie di negozi di souvenir, abbigliamento, prodotti alimentari tipici del luogo, locali, bar e ristoranti. Ci rilassiamo passeggiando prima tra i negozi, poi lungo la spiaggia, fino ad arrivare al porto dove al tramonto il sole scende dietro alle montagne, nascosto tra le nuvole. Alcuni raggi si specchiano nell’acqua creando una luce particolare. Quando ormai è completamente buio, andiamo a prendere qualcosa da mangiare per questa sera: un pollo arrosto. Lo consumiamo al motel nell’area adibita per i pasti. In camera con noi abbiamo un ospite: è un jeko, è davvero carino. Sembra gommoso. E’ quasi trasparente, ha delle piccole zampe che terminano con delle piccole “manine”. Mi piace proprio!
Giovedì, 12 ottobre 2006
PORT DOUGLAS – CAIRNS AIRPORT (62 km)
DARWIN AIRPORT – BATCHELOR (106 km)
Il nostro aereo con destinazione la città di DARWIN nello stato del NORTHERN TERRITORY, parte alle ore 13.00 con arrivo alle ore 15.00. Lasciamo Port Douglas con largo anticipo per evitare il traffico. Alle nove e mezza siamo in aeroporto dopo essere passati in mezzo ad una nuvola d’acqua battente. Praticamente da un lato della strada verso le montagne c’era un cielo scuro con nuvole grigie cariche di pioggia, dall’altro verso il mare invece c’era il sole. Restituiamo la macchina. Il noleggio auto della HERTZ è proprio davanti all’aeroporto, facciamo il check-in e non ci resta che attendere. Mentre sorseggio un cappuccino, anche abbastanza buono per essere dall’altra parte del mondo rispetto alle sue origini, mi leggo gli appunti di viaggio rivivendo questi primi dieci giorni in questa terra sorprendente. Rocco intanto consulta internet. Compriamo anche le cartoline e incomincio a scrivere gli indirizzi. Consumiamo i panini che ci siamo preparati per il viaggio di oggi, così eviteremo di mangiare cose strane in aereo, ed è quasi ora di imbarcarci.
Il volo è già in ritardo rispetto all’ora stabilita e partiamo che sono ormai le due passate. Sorvoliamo la PENISOLA DI CAPE YORK, il GOLFO DI CARPENTARIA e la regione aborigena di ARNHEM LAND.
All’arrivo spostiamo indietro l’orologio di mezz’ora, ritiriamo la macchina, compriamo alcune provviste alimentari per i prossimi giorni e ci dirigiamo verso BATCHELOR. Questa ex cittadina mineraria si trova a circa 100 km a sud-ovest della città Seguendo le indicazioni forniteci raggiungiamo la STUART HWY (La Stuart Highway prende il nome dall’esploratore JOHN MCDOUALL STUART che fece un’epica traversata da sud a nord dell’Australia nel 1861. La highway scorre per circa 3.000 km, dalla città di Adelaide (South Australia) fino a quella di Darwin (North TerritorY) passando da Coober Pedy, Alice Springs, Tennant Creek e Katherine).
Da qui sempre dritto fino alla deviazione che indica per BATCHELOR. Il paesaggio è cambiato. Il territorio è molto più arido qui. Incrociamo alcuni ROAD TRAIN, dei camion con 3 o 4 rimorchi lunghi quasi come un treno, e poche altre automobili.
ROAD TRAIN : I GIGANTI DELL’OUTBACK
Su molte highway dell’outback viaggiano colossali autotreni (una motrice più tre o quattro rimorchi) lunghi anche 50 metri. Questi mostri non rallentano per nessun motivo. Consigli : quando vedete un autotreno avvicinarsi su una stretta strada asfaltata, rallentate e accostate: se il camionista deve uscire dalla carreggiata per sorpassarvi, verrete sicuramente investiti da una pioggia di sassi e pietre; quando invece cercate di sorpassarne uno, accertatevi di avere tutto lo spazio necessario per completare la manovra. Non dimenticate di sollevare il dito indice in segno di saluto quando incontrate un altro viaggiatore lungo le strade dell’outback.
Arriviamo al tramonto. Il cielo sembra infuocato. Per questa notte abbiamo prenotato, tramite internet, una stanza al BEST WESTERN MOTEL (140 AUD – batchelorresort.bestwestern.com.au ) La signora ci sta aspettando. La nostra camera è spaziosa e ben fornita. Abbiamo scelto bene. Qui fa veramente caldo ci sono più di 30 gradi e molta umidità.