Diario di viaggio
New England – Ottobre 2005
2 OTTOBRE – DOMENICA
Boston, MA – Peabody, MA ( 60 ml )
Partiamo per il New England dall’aeroporto di Bologna, scalo a Parigi, destinazione Boston, Massachusetts, Stati Uniti Orientali. Arriviamo a Boston a pomeriggio inoltrato. E’una bella giornata, cielo terso e una leggera brezza soffia dal mare. Ritiriamo i bagagli e dopo aver sbrigato le pratiche per l’immigrazione (consegna dei moduli e controllo passaporti), prendiamo il bus navetta (proprio di fronte all’uscita) che ci porta al noleggio auto dell’ALAMO (già prenotata dall’Italia). Cartina alla mano (Randy McNally indispensabile!) percorrendo la A1, ci dirigiamo a Salem, la “città delle streghe” che si trova sulla costa a poche miglia a nord-est di Boston. Arriviamo alla cittadina e decidiamo di trovare da dormire. Non è così facile e viene buio presto così rimediamo una stanza in un motel a Peabody, The Carriage House Motel (66$), non il massimo ma vista la stanchezza ci accontentiamo. Torniamo a Salem per cenare e possiamo notare che, nonostante manchi un mese ad Halloween, qui i preparativi sono già iniziati. Le case sono decorate da zucche illuminate, alle verande sono appese ragnatele, ai rami degli alberi fantasmi e nei giardini ci sono pupazzi di paglia con vestiti colorati. (per ulteriori informazioni su Halloween consultare il sito in italiano: www.halloween.it ).
LA CACCIA ALLE STREGHE di SALEM nel 1692
Nel gennaio del 1692 la figlia e la nipote del Reverendo Samuel Parris del Villaggio di Salem, si ammalarono. Non migliorando il loro stato fu chiamato il dottore del villaggio, William Griggs. la sua diagnosi – stregoneria – fece attivare – quel meccanismo poi sfociato nelle impiccagioni di diciannove persone tra uomini e donne. Inoltre un uomo fu condannato a morte, altri morirono in prigionia e la vita dei più cambiò irrimediabilmente.
Per meglio comprendere questi eventi della Salem dei processi alla stregoneria è necessario far riferimento all’epoca durante la quale si svolsero queste accuse ed i processi. Questi fatti erano abbastanza ordinari nella vita quotidiana del 1600 nella colonia del Massachusetts – la Bay Colony. Una forte credenza nel demonio, attriti tra le famiglie del Villaggio di Salem, nonché rivalità con la vicina città di Salem (New Hampshire), combinati con un’epidemia di vaiolo e la paura degli attacchi costanti da parte dei guerrieri indiani nativi, fomentarono una gran paura nonchè la superstizione. Ben presto le prigioni si riempirono di uomini e donne delle comunità vicine a Salem; i loro nomi furono “gridati” dalle ragazzine invasate” e sofferenti per l’epidemia ed i dolori da essa procurati. Tutti – nella Nuova Inghilterra del 1600 – ritenevano che il crimine della stregoneria fosse da punire con la condanna a morte.
Nel giugno del 1692 la Corte speciale di Oyer e Terminer si stabilì a Salem per ascoltare le testimonianze dei casi di stregoneria. I1 presidente del Tribunale William Stoughton formò una corte di magistrati e giurati. Il primo ad essere processato fu il Bridget Bishop, giudicato colpevole e condannato all’impiccagione il 10 giugno. Tredici donne e cinque uomini di diverse classi sociali seguirono lo stesso destino nei tre giorni successivi, prima che il Governatore William Phiipps decidesse di sciogliere la Corte ad ottobre dello stesso anno. La corte suprema, formatasi per supplire quella creata per la stregoneria, non accettò la prova dei poteri magici e degli spettri.
Intatti, la credenza che gli accusati usassero poteri magici o spettri per torturare le proprie vittime, determinò il destino di coloro che furono condannati dalla Corte di Oyer e Terminer. La nuova corte invece, rilasciò gli accusati in attesa di giudizio e perdonò quelli in attesa di esecuzione della condanna. Con questo episodio terminarono i processi e le condanne a Salem.
Questo racconto è tratto dal sito in italiano: www.salem.org/italian.asp.
3 OTTOBRE – LUNEDI’
Salem, MA – Gloucester, MA ( 60 ml )
Di buon ora ci rechiamo al National Park Service Visitor Center nel cuore di Salem (di fronte ad un comodo parcheggio), prendiamo qualche informazione e incominciamo la visita. Facciamo una passeggiata a piedi, prima per la strada del centro, Essex Street, ammiriamo le dimore coloniali, fino alla “Casa della strega” del XVII secolo, poi seguiamo il percorso storico contrassegnato da una striscia rossa per terra che conduce fino alla “Casa delle sette cuspidi” (alla quale si è ispirato lo scrittore Nathaniel Hawthorne, nato a Salem, per il suo romanzo). Per ultimi visitiamo prima il Salem Witch Museum dove, attraverso una rappresentazione multimediale si può rivivere la caccia alla streghe e i processi che ne seguirono, poi il luogo dove avvennero le impiccagioni, Witch Historic Trails, in prossimità del cimitero. Prossima tappa Gloucester.
Il simbolo di Gloucester è rappresentata dalla statua del marinaio “MAN AT THE WHEEL” istituita nel 1993 per festeggiare i 300 anni della nascita di Gloucester e in ricordo dei marinai che hanno perso la vita in mare. La si incontra appena si entra in paese preceduta dalla “FISHERMEN’S MEMORIAL STATUE” .Questa statua, una donna con un bambino in braccio e uno al fianco, è in ricordo di tutte le donne, madri, sorelle, mogli, alle quali il mare ha strappato l’uomo che avevano accanto.
Appena arrivati ci fermiamo subito al Tourist Information,che si trova all’interno di un parco che costeggia il mare. Qui prenotiamo una camera per la notte al Sea Lion Motel (87$), molto carino, e ci muniamo di depliant e cartine. E’una bellissima giornata il sole scalda e c’è una leggera brezza. Arrivati al porto prenotiamo da Captain Bill & Sons, l’escursione del giorno dopo per vedere le balene. Raggiungiamo il motel e scaricati i bagagli, via di nuovo per visitare Cape Ann un promontorio che si estende a nord-est di Boston caratterizzato da piccoli borghi di pesca, uno dei più carini è Rockport, conosciuto per il “Motivo n°1” una costruzione in legno di colore rosso, così chiamata da un insegnante d’arte, dopo che l’ennesimo alunno l’aveva ritratta in un dipinto. Percorriamo anche la strada che costeggia la baia di Gloucester fino all’Eastern Light Point. Quando rientriamo il sole sta tramontando e facciamo un salto alla spiaggia per ammiralo mentre scompare dietro le nostre spalle colorando il cielo di rosa. Da un fatto realmente accaduto a Gloucester nel 1991 è tratto il film “La tempesta perfetta” (The perfect storm) dal bestseller di Sebastian Junger, Il giorno di Halloween, il peschereccio Andrea Gail, parte verso banchi ricchi di pesce, per l’ultima possibilità di pesca della stagione, ma non farà più ritorno. La più grande tempesta di tutti i tempi si abbatterà sull’Atlantico. Il capitano ed il suo equipaggio lotteranno invano per raggiungere un porto sicuro. Alcune riprese del film sono state effettuate nel pub “CROWN NEST” che non possiamo fare a meno di visitare (la signora al bancone ci fa vedere le foto scattate insieme agli attori). Ogni abitante di Gloucester ha probabilmente una storia da raccontare in cui il mare è protagonista.
4 OTTOBRE – MARTEDI’
Gloucester, MA – Bangor, ME ( 250 ml )
Oggi andiamo a vedere le balene. L’appuntamento è alle 09.30 al molo, partenza alle 10.00. Quando arriviamo però ci dicono che la partenza è stata rimandata di un’ora causa nebbia. Nell’attesa quindi torniamo al Tourist Information perché, dopo questa escursione, pensiamo di dirigerci a Bangor nel Maine. Qui troviamo due persone molto gentili che ci aiutano per quello che possono visto che non dispongono di materiale al di fuori del Massachusetts. Alle 10.30 puntuali siamo di nuovo al molo e alle 11.00 si parte. Siamo ben coperti con cuffia e sciarpa. Dopo circa un’ora un bambino avvista la prima balena e da quel momento non sappiamo più da che parte girarci perché è un continuo avvistamento. Riusciamo ad andargli anche molto vicino. Lo spettacolo ci lascia senza parole. Non avremmo mai immaginato di vederne così tante. Ci spiegano che questa è una zona ricca di plancton e qui le balene vengono a cibarsi. Rocco scatta foto di continuo e io con le riprese faccio un “documentario”. Siamo veramente contenti ed è uscito anche il sole.
Come stabilito nel primo pomeriggio partiamo con destinazione Bangor. Raggiungiamo la I-95 NORTH e lasciamo il Massachusetts, attraversiamo il New Hampshire e arriviamo in Maine. La strada è lunga. Siamo a Bangor a sera inoltrata. Troviamo facilmente da dormire in un motel, il Main Street Inn (59$) per un meritato riposo.
5 OTTOBRE – MERCOLEDI’
Bangor, ME – Acadia NP, ME – Bangor, ME ( 157ml )
Al risveglio Bangor è avvolta dalla nebbia. L’itinerario di oggi prevede la visita dell’ Acadia National Park a Mount Desert Island. Prima di tutto chiediamo alla reception del motel le indicazioni per arrivare alla casa dello scrittore Stephen King, che abita qui a Bangor (47, West Broadway). Non è lontano dal motel e ci arriviamo in 5 minuti. E’ una casa (mansion = dimora) rossa in stile New England con giardino, con una cancellata in ferro battuto decorata da teste di drago, ragni, ragnatele e pipistrelli. Facciamo qualche foto e poi partiamo per il parco. Più ci avviciniamo, meno il tempo migliora. Appena arriviamo facciamo sosta al Hulls Cove Visitor Center. C’è un sacco di gente e la media dell’età è molto alta. Sfoggiamo la nostra tessera dei parchi GOLDEN EAGLE valida un anno (acquistata nel nostro precedente viaggio nel South-East in febbraio), e non paghiamo nulla. Ci viene data la cartina e il tagliando da esporre sulla macchina quando parcheggiamo nelle aree di sosta all’interno del parco. Prima di avventurarci decidiamo di assistere alla proiezione del documentario di presentazione, anche se non capiamo tutto cerchiamo di farlo leggendo il racconto in sovrimpressione. Le immagini comunque parlano da sole. Per visitare il parco percorriamo la LOOP ROAD (lunga 20 miglia – 43 km – in gran parte a senso unico) che circumnaviga la parte nord orientale dell’isola; sostiamo a Thunder Hole, Otter Cliffs, Sand Beach indicati dalla guida e dalla cartina. Dalla cima del Cadillac Mountain (465 m), in parte di roccia di granito rosa, si gode un bellissimo panorama. E’ uscito un po’ di sole e i colori autunnali si sono accesi. Completato il tour andiamo a visitare Bar Harbor una località turistica appena fuori dal parco veramente molto carina. L’atmosfera è accogliente, le strade sono piene di gente e i negozi di souvenir offrono ottimi sconti visto che la stagione sta volgendo al termine. Si sta facendo buio quindi decidiamo di rientrare. Arriviamo a Bangor e pernottiamo nello stesso motel, il Main Street Inn (59$). Dopo cena studiamo la prossima tappa: il bollettino del foliage annuncia che nel nord del Maine gli alberi hanno già raggiunto il massimo del loro colore autunnale (peak) quindi andiamo a vedere.
6 OTTOBRE – GIOVEDI’
Bangor, ME – Greenville, ME ( 175 ml )
Da Bangor dopo aver salutato Stephen King ci dirigiamo verso il Moosehead Lake, nelle highlands del Maine. Nostra compagna di viaggio è la nebbia. Percorriamo strade interne, attraversiamo qualche centro abitato più o meno grande. Lungo la strada vediamo anche il nostro primo ponte coperto. Il New England ne è ricco. Come d’incanto però quando arriviamo in prossimità di Greenville, località sul lago che abbiamo scelto per visitare l’area, spunta uno splendido sole. Ai bordi della strada compaiono cartelli come “WATCH FOR MOOSE” (“ATTENZIONE ALLE ALCI”). Ci fermiamo al Tourist Information dove prendiamo qualche depliant (dove dormire e dove vedere le alci). Per gli alberi basta guardarsi intorno. Per la notte scegliamo uno chalet sul lago, il Moosehead Motel (72$). Un posto favoloso. La finestra della nostra camera sembra un quadro vivente. Il gestore del motel è molto cordiale. Siamo veramente molto contenti. E’una giornata bellissima. Per vedere le alci però i momenti ideali sono al mattino presto e al crepuscolo. Nell’attesa, dietro suggerimento, ci rechiamo in una posto lì vicino, Big Squaw Mountain Resort, (c’è un grande albergo, chiuso, e un impianto di risalita per sciatori) da dove si gode un bellissimo panorama di tutto il lago e di tutti i boschi circostanti, qui siamo immersi in una natura infinita. C’è un gran senso di pace. Facciamo una passeggiata nel bosco per toccare al meglio i colori dell’autunno. Ci spostiamo poi fino alla località di Rockwood da dove si gode la splendida veduta di Mount Kineo, considerata una montagna sacra dai nativi americani locali, poi rientriamo a Greenville. Qui le alci sono ovunque il più è trovarsi nel posto giusto al momento giusto. Bisogna saper aspettare. Nel tardo pomeriggio ci dirigiamo alla località di Kokadjo che dista 18 miglia da Greenville, il cartello recita “POPULATION: NOT MANY”. C’è un general store che funge anche da ristorante. Le alci sono solite trovarsi al Lazy Tom Bog, uno specchio d’acqua tra i boschi poco distante da lì . Ci si arriva percorrendo una strada, in parte non asfaltata, utilizzata dai camion che trasportano il legname e per questo bisogna fare molta attenzione. Il paesaggio merita molto. All’appuntamento non siamo i soli e facciamo anche nuovo conoscenze. Ci comunicano un avvistamento di un alce femmina con il piccolo poco distante dà lì e ci andiamo. Li vediamo ma sono lontani. E’ sempre una grande emozione. Quando la sera lascia ormai il posto alle tenebre, torniamo al motel. Siamo un po’ infreddoliti. Ci riprendiamo con una doccia calda e riempiendo lo stomaco. Come di consueto studiamo il prossimo itinerario anche se qui non si vede Weather Channel.
7 OTTOBRE – VENERDI’
Greenville, ME – Camden, ME ( 260 ml )
Questa mattina ci alziamo con calma e la dedichiamo allo shopping. Qui i negozi non aprono prima delle 10.00. Compriamo qualche souvenir anche se le cose che vorremmo comprare sarebbero molto di più soprattutto se avessimo una casa al lago. Siamo molto distanti dalla nostra nuova meta quindi ci mettiamo in partenza. Attraversiamo le highlands del Maine per ridiscendere verso la costa e precisamente a Candem località marittima che abbiamo deciso di prendere come base per visitare la Pemaquid Peninsula. Quando arriviamo è quasi sera, troviamo da dormire al Cedar Crest Motel (95$), facciamo un salto in paese ma piove e quindi rientriamo al motel dove possiamo consultare internet e verificare le previsioni del tempo per capire cosa fare. Non abbiamo tante possibilità perché sembra che per i prossimi giorni non farà altro che piovere. Quindi un po’ spiazzati dobbiamo rimettere insieme il puzzle. Visto che il tempo è pessimo decidiamo di andare all’outlet che si trova a sud di Boston per poi proseguire da lì per le Cascate del Niagara. Qui i metereologi purtroppo sono bravissimi e il tempo lo conferma.
8 OTTOBRE – SABATO
Camden, ME – Wrentham, MA ( 240 ml )
Un anticipo delle cascate lo abbiamo questa mattina mentre ci dirigiamo verso sud lungo la costa. La pioggia viene giù fittissima e c’è un forte vento. Non vedo l’ora di arrivare o almeno che questo tempo ci dia un po’ di tregua! Andiamo pianissimo. Non si leggono i cartelli e dobbiamo cercare di non sbagliare strada. Arriviamo finalmente a prendere la I-95 South. Ci fermiamo per fare benzina e già che ci siamo facciamo anche pranzo e due passi all’interno di un supermercato per sgranchirci un po’. Riprendiamo poi il viaggio “di trasferimento”. Dal Maine attraversiamo il New Hampshire e appena entrati in Massachusetts deviamo fuori Boston, praticamente ci giriamo intorno e arriviamo a Wrentham. Appena usciti dall’interstate individuiamo l’outlet, ma prima cerchiamo da dormire. Dopo aver scaricato i bagagli all’albergo, l’Hawthorn Suites (120$), facciamo un salto ai negozi e cominciamo a spendere. Domani è domenica, guardiamo gli orari perché mi sa che ci passeremo l’intera mattinata.
9 OTTOBRE – DOMENICA
Wrentham, MA – Albany, NY ( 180 ml )
Anche oggi pioviggina ma noi andiamo in giro per negozi. Appena aprono siamo già lì davanti. Quindi si comincia a spendere: Timberland, Levis, profumi. Come previsto trascorre parte delle mattinata. Dopo pranzo partiamo con destinazione Springfield la culla del basket. Qui visitiamo la “Basketball Hall of Fame” dove viene raccontata la storia di questo sport da quando venne inventato nel 1861 ai giorni nostri. Assistiamo anche ad una partita tra ragazzi. Riprendiamo il viaggio per procedere verso le Niagara Falls. A sera inoltrata arriviamo ad Albany la capitale dello stato di New York. Troviamo da dormire al Best Value Inn (78$), andiamo a fare un po’ di spesa e prepariamo la cena. Verifichiamo sulla carta la strada che c’è ancora da fare per arrivare a Niagara Falls. Praticamente dobbiamo attraversare in orizzontale lo stato di New York fino al confine con il Canada percorrendo interamente la I-90 (a pagamento) la stessa che abbiamo fatto fino a qui.
10 OTTOBRE – LUNEDI’
Albany, NY – Niagara Falls, Canada ( 315 ml )
Abbiamo molta strada da fare , almeno non piove, è solo nuvoloso. L’aria è freschina. All’ora di pranzo siamo quasi alla meta. Prima di Buffalo ci fermiamo per pranzare e all’autogrill c’è un mini Tourist Information dove chiediamo alcune informazioni e ci documentiamo. Io ho preso una cinnabon (pasta dolce con cannella) buonissima! Seguendo le indicazioni arriviamo a Niagara Falls, attraversiamo il Rainbow Bridge e siamo in Canada. Cerchiamo quindi subito da dormire e troviamo al Travel Lodge Near The Falls (75$). Sulla strada che porta alle cascate ci sono solo dei motel. Ci fermiamo al Travel Lodge scarichiamo i bagagli, ci vestiamo per bene e ci dirigiamo verso le cascate. Io rimango un po’ delusa in quanto hanno fatto di questo luogo un’attrazione commerciale con centri di divertimento e casinò che non hanno niente a che fare con la bellezza naturale delle cascate. Non poteva comunque essere diversamente. Arriviamo finalmente al fiume e lo spettacolo è grandioso. Molto tempo prima che arrivassero i turisti, qui vivevano gli indiani Seneca. Nel 1678 i nativi guidarono il frate francese Louis Hennepin alle cascate; grazie alla sua descrizione del luogo – “L’Universo non ha un esempio simile” – la fama delle cascate giunse anche in Europa. Dal Queen Victoria Park si possono vedere le cascate nella loro vastità: sia quelle americane che quelle canadesi. Il grande romanziere vittoriano Charles Dickens le apostrofò con le parole “Qualsiasi cosa detta di questo luogo mirabile sarebbe mera sciocchezza. Sarebbe difficile per l’uomo stare più vicino a Dio di quanto non lo sia qui”. Ci avviciniamo sempre più alle cascate, proprio fino al punto in cui l’acqua si getta nel fiume. Sono immense ed è impressionante pensare la quantità di acqua che c’è. Dal bordo fa spavento! Ci sono molti turisti qualcuno parla anche italiano. Al Tourist Information chiediamo qual è il modo migliore per visitare le cascate e ci consigliano la Maid of the Mist, una imbarcazione che dal 1876 porta i turisti fin sotto le Horseshoe Falls (canadesi). Assistiamo dall’alto l’impresa della Maid of the Mist e per il momento non siamo convinti di volerci andare. Rimaniamo ad osservarle a lungo facendo foto e riprese poi rientriamo in albergo (fa anche abbastanza freddo) per rifocillarci. Ritorniamo comunque dopo cena per vederle illuminate. Da terra degli enormi fari illuminano le cascate con fasci di luce di vari colori. A quest’ora c’è meno gente sarà per la temperatura! Rientriamo in albergo e di rito pensiamo già al programma di domani.
11 OTTOBRE – MARTEDI’
Niagara Falls, Canada – Albany, NY ( 315 ml )
Questa mattina rivisitiamo le cascate. Dopo vari ripensamenti decidiamo di fare il tour sulla barca e non ce ne pentiamo. Merita davvero. Ci si bagna un po’ ma abbaimo gli impermeabili! All’ora di pranzo prendiamo una pizza (in una pizzeria con forno a legna) degna di essere chiamata tale poi torniamo verso Albany, dopo esserci fermati nel parco delle American Falls. Oggi pomeriggio è tutto di viaggio. Arriviamo a destinazione e prendiamo una stanza all‘Econo Lodge (67$). Ceniamo e poi decidiamo il da farsi anche se non è così semplice visto che le condizioni climatiche non ci sono di molto aiuto. Le previsioni dicono pioggia in tutto il New England.
12 OTTOBRE – MERCOLEDI’
Albany, NY – Burlington, VT ( 260 ml )
Questa mattina come previsto piove. Il rischio allagamenti è molto alto. Noi ci dirigiamo a nord di Albany verso il Lake George per poi lasciare lo stato di New York ed entrare nel Vermont. La pioggia ci concede un po’ di tregua. Il Vermont è lo stato del New England più famoso per il foliage – l’annuale cambio di colore delle foglie – e per la produzione di sciroppo d’acero. Percorriamo una strada in mezzo alla Green Mountain National Forest dove i colori dell’autunno sono nel pieno del loro splendore, manca solo la luce del sole per renderli più vivaci, ma come leaf peepers (osservatori di foglie) siamo molto soddisfatti. C’è anche un banchetto dove vendono lo sciroppo d’acero direttamente dal produttore al consumatore. Ne acquistiamo diverse boccette da portare come souvenir e da tenere per noi. Essendoci diverse gradazioni la signora me le fa assaggiare tutte per poter scegliere quella che preferisco. Lo sciroppo d’acero viene gustato a colazione spalmato sui pancake (frittatine soffici). Raggiungiamo la statale 100 segnalata dalle guide come una strada panoramica e la percorriamo fino a raggiungere l’interstate per arrivare a Burlington. Quando arriviamo è quasi buio, prendiamo una stanza al Bel Air Motel (66$). La proprietaria è tutta matta, il suo ex marito è italiano ma lei non sa una parola. Parla solo lei. La camera non è pronta ma ce la fa preparare in poco tempo. Nella stanza c’è anche una piccola cucina (purtroppo senza gas – c’era venuta una mezza idea di farci un piatto di pasta!). Ceniamo poi andiamo a fare un giro in città. Questa località è veramente molto accogliente. Il centro è caratterizzato da locali per giovani, non per niente è una città universitaria. C’è un’atmosfera piacevole ci verrebbe da rimanerci di più. Andiamo alla libreria che è aperta fino alle 11 pm. All’interno c’è una caffetteria, la gente legge le riviste comodamente seduta, c’è chi legge libri seduto per terra e chi come me ascolta cd di musica new age. E’ un ottimo sistema per rilassarsi.
13 OTTOBRE – GIOVEDI’
Burlington, VT – Rumford, ME ( 240 ml )
Oggi partiamo e andiamo al Lake Willoughby, in direzione New Hampshire. Per raggiungerlo ci fermiamo ad un stazione di servizio con annesso trading post, WORLD FAMOUS EVANSVILLE TRADING POST, gestito da un indiano un po’ particolare. Dentro c’e’ di ogni dalle patatine fritte ai maglioni, alle bamboline di porcellana. Compriamo qualche cartolina e una ci viene regalata dal gestore che cerca di attirare il nostro interesse per la sua comunità di indiani ancora esistente, gli Abenaki. Quando arriviamo al lago soffia un vento freddo, ci siamo solo noi e i gabbiani. Decidiamo di dirigerci verso il Maine per tornare a Greenville per vedere le moose. Soprattutto perché al sud non è consigliabile andare visto quanto ha piovuto e le imminenti alluvioni previste. Verso sera arriviamo a Rumford, nel Maine e decidiamo di fermarci qui per la notte, al Linnell Motel (75$).
14 OTTOBRE – VENERDI’
Rumford, ME – Greenville, ME ( 205 ml )
Partiamo con destinazione Greenville. Quando arriviamo il tempo è un po’ meno bello dell’altra volta e soprattutto Rocco non è stato bene quindi ci abbiamo messo un po’ per riprenderci. Raggiungiamo il nostro chalet sul lago, il Moosehead Motel (72$) e prenotiamo per 2 notti. Il gestore si ricorda di noi, facciamo un po’ di conversazione. Scarichiamo i bagagli ci riposiamo un attimo, poi andiamo un po’ in giro. La nebbia sembra farla da padrona, non vuole proprio andarsene. Facciamo qualche foto e qualche ripresa, torniamo al negozio di souvenir. Nel tardo pomeriggio andiamo a Kokadjo, aspettiamo il calar della sera ma non vediamo moose. Sulla via del rientro proprio sul ciglio della strada però ce ne troviamo davanti un paio. E’ buio pesto non si vede niente se non che Rocco le ha illuminate con i fari. Facciamo molto piano per non spaventarle ma si nascondono dietro agli alberi.
15 OTTOBRE – SABATO
Greenville, ME
Oggi abbiamo deciso di passarlo in completo relax. Facciamo colazione sul lago. Alla reception c’e’ un nuovo personaggio. Ci racconta che fino a qualche mese fà abitava a Portland, lungo la costa del New Hampshire, poi ha lasciato tutto e si è trasferito qui a Greenville, perché qui ci sono grandi spazi e c’è una gran pace. Il suo mezzo di trasporto è la moto e ha girato tutto il New Hampshire, ogni strada, qualcuna anche più di una volta . Ci consiglia di andare a visitare il “Castle in the Clouds” al Lake Winnipesaukee (il più grande lago del New Hampshire dal nome indiano che significa “SORRISO DEL GRANDE SPIRITO”) Per farci capire la posizioni ci fa anche un piccolo disegno. E’ stato anche in Italia e sottolinea il fatto che i limiti di velocità non sono così rigidi come negli states. Questa mattina andiamo alla biblioteca dove possiamo consultare internet gratuitamente (offerta libera). C’è una signora molto gentile, compiliamo un modulo poi procediamo. Lo stress qui non esiste per quello le persone sono sempre molto gentili e disponibili, trasmettono tranquillità. Naturalmente guardiamo le previsioni del tempo. Non è cambiato niente, continua a piovere. Anche qui sta diluviando. Poi guardiamo un po’ quel che succede in quel di casa nostra. Rientriamo per pranzare con molta calma. Al pomeriggio facciamo qualche giro nei dintorni senza allontanarci troppo. Andiamo anche in un negozio che avevamo completamente ignorato, si trova vicino al Tourist Information, è praticamente un market con adiacente negozio di abbigliamento e souvenir vari. Il tempo è pessimo, diluvia. Decidiamo comunque di fare un giro in macchina per vedere se spunta qualche alce. Ci appostiamo in un’area dove sono solite esserci. Davanti ad un magazzino c’è anche un cartello che invita a non parcheggiare davanti al cancello per fermarsi ad osservare le alci. Non possono non esserci! Aspettiamo e facciamo un po’ avanti e indietro ma niente. Torniamo allo chalet, il Moosehead Motel (72$).
16 OTTOBRE – DOMENICA
Greenville,ME – North Conway, NH ( 250 ml )
Questa mattina siamo più fortunati. Giunti in prossimità del punto in cui ieri sera abbiamo aspettato invano di vedere un alce, rallentiamo per scrutare ancora l’orizzonte e vediamo che ce n’è una che sta mangiando. Accostiamo la macchina sul ciglio della strada e senza muoverci abbassiamo i finestrini e cominciamo a fotografare e a riprendere. Ma quando pensiamo di avvicinarci spostandoci con la macchina, l’alce si accorge di noi scappa nella boscaglia a tutta velocità. Sembra quasi che questo sia stato un saluto. Oggi partiamo per MOUNT WASHINGTON, anche se non siamo sicuri di poterci salire perché le condizioni del tempo sono sempre avverse quando ovunque è bello, visto che ovunque è brutto, là sarà pessimo. Scendiamo dalle highlands e lasciamo il Maine, riusciamo a fotografare anche il cartello dello stato che fino ad ora non eravamo riusciti a trovare. Entriamo nel New Hampshire e precisamente arriviamo a NORTH CONWAY. Ci abbiamo messo un po’, soprattutto l’ultimo tratto di strada era molto sperduto e non c’erano molti cartelli se non quello che indicava il numero della strada (che corrispondeva sulla cartina). Forse sarà stato anche perché non abbiamo incontrato molte altre macchine e abbiamo visto solo qualche abitazione. Il tempo sembra voglia cambiare. C’è un forte vendo che spazza le nuvole e ci fa intravedere qualche raggio di sole, sta piovendo con il sole e spunta l’arcobaleno. Prima di tutto troviamo da dormire al Junge’s Motel (65$). Il motel è molto carino, è gestito da marito e moglie, sono anziani e fanno il loro lavoro con amore. Alla parete sono appese le foto dei figli, un ragazzo e una ragazza, scattate per la laurea. L’ambiente è davvero accogliente e c’è un gran senso di pace. Dopo aver scaricato i bagagli partiamo in direzione Mount Washington ma a metà strada ci vediamo costretti a tornare indietro, il tempo non promette niente di buono e in questo modo non riusciremmo a vedere molto. A Conway ci sono diversi ponti coperti e le cartine non ci mancano, con quelle che abbiamo trovato alla reception del motel! Per arrivare a uno di questi ponti, come da cartina, prendiamo una strada che si rivela molto lunga e un po’cupa, sarà per il tempo, ha ripreso a piovere e costeggia un fiume. Le troppe notizie di alluvioni e allagamenti ci hanno un po’ influenzato. Si stà facendo anche buio ci manca solo che ci perdiamo. Quando stiamo per tornare indietro eccoci arrivati al ponte ma non siamo i soli. E’ giusto arrivato un pullman di turisti. Che tempismo! Mentre stiamo facendo delle foto una coppia ci chiede di scattargliene una e capendo che siamo italiani, il marito ci rivela di essere stato in Italia prima che nascesse Rocco, nel 1954 e ha giocato anche a basket. A questo punto non possiamo non dirgli che noi siamo di Bologna, alias Basket City. Rientriamo al nostro motel, ceniamo e facciamo due passi. Sempre con un occhio rivolto alle previsioni del tempo perfezioniamo il tour di domani.
17 OTTOBRE – LUNEDI’
North Conway, NH – Gloucester, MA ( 210 ml )
Oggi percorriamo la KANCAMAGUS HWY (NH 112), dal nome di un capo tribù indiano, nota come una delle strade più famose del New Hampshire e descritta in tutte le guide. Si snoda per 34,5 miglia (56 km) attraverso i boschi di aceri e betulle della WHITE MOUNTAINS NATIONAL FOREST da Conway a Lincoln.
Nel 1684 circa, Kancamagus (il “Senza Paura”) assunse il ruolo di sagomon (capo) della confederazione Pennacook delle popolazioni native americane della regione. Kancamagus si prodigò in tutti i modi per mantenere la pace tra le popolazioni indigene e i coloni europei, ma le continue provocazioni da parte dei bianchi alla fine lo convinsero a combattere per cercare di liberare la regione dagli invasori. Tuttavia nel 1691 Kancamagus e i suoi seguaci furono costretti a fuggire verso nord.
Il cartello ci conferma di essere sulla strada giusta. Importante : per sostare nelle aree apposite è necessario avere pagato un pedaggio ed esporre il ticket sul parabrezza a meno che non si possieda la tessera dei parchi “golden eagle” , questo perché questa zona è considerata parco nazionale. Ci fermiamo prima al Saco River per vedere le lower falls, poi attraverso un sentiero nel bosco raggiungiamo le Sabbaday Falls poi ci fermiamo al Pime Overlook per ammirare il paesaggio della vallata, c’è un’aria che pela!, Arriviamo al passo (874 m) ma non vediamo niente perché le nuvole coprono tutto. Scendiamo dall’altra parte e raggiungiamo la cittadina di Lincoln. Prendiamo la I-93 verso sud (le previsioni mettono bel tempo nel sud del New Hampshire). Ci fermiamo in un’area si sosta per pranzare. Il tempo è bello. C’è un bel sole. Destinazione AMERICA’S STONEHENGE, il sito preistorico più antico del nord america.
Pare che sia uno dei più antichi complessi creati dall’uomo da queste parte dell’Atlantico: 12 ettari punteggiati di pietre in posizione verticale, mura e camere di pietra. Archeologi, storici e astronomi hanno discusso per decenni sulle origini del sito e l’hanno attribuito a tutti, dagli antichi greci agli alieni. Oggi una delle teorie più accreditate afferma che siano state delle tribù native americane a costruire questo complesso megalitico che funzionava come un gigantesco calendario per misurare i moti del sole e della luna. Gli scavi hanno portato alla luce molti antichi resti attribuiti a un periodo che va da 3.000 a 4.000 anni fa.
Si trova quasi al confine con il Massachusetts a sud di Concord. Dopo la visita ci dirigiamo verso la costa non sappiamo bene dove andare perché c’è sempre l’incognita previsioni del tempo. Finiamo a Gloucester nello stesso motel della nostra prima settimana, il Sea Lion Motel (83$). Facciamo altri due passi al MAN ON THE WHEEL, in cielo c’è una luna splendente che cerchiamo di fotografare e non siamo i soli.
Studiamo il da farsi e programmiamo di andare verso Cape Cod: quindi domani mattina ci dirigiamo a sud di Boston per poi finire eventualmente a Wrentham. Ma……
18 OTTOBRE – MARTEDI’
Gloucester, MA – Millinocket, ME ( 320 ml )
Partiamo da Gloucester abbastanza presto ma dopo 1 ora abbiamo percorso pochissima strada e siamo fermi sulla I-95 SOUTH. Siamo ancora abbastanza lontani dal centro di Boston e se questo è il traffico non ci passa più. Rocco ha una proposta: andiamo a vedere la Pemaquid Peninsula, in direzione opposta. Non me lo faccio dire due volte e in due e due quattro stiamo già percorrendo la I-95 NORTH a noi ormai familiare (è quella che abbiamo percorso per andare a Bangor). La Pemaquid Peninsula si trova in Maine. I depliant che avevo li ho buttati pensando che non ci saremmo tornati quindi appena entriamo nello stato del Maine ci fermiamo al VISITOR CENTER. Qui troviamo ogni tipo di informazione sullo stato e a Rocco capita tra le mani un depliant che non può fare a meno di sorvolare: escursioni per vedere le alci (con eventuale rimborso nel caso non se ne incontrino). Al ranger di turno chiediamo informazioni sulla Pemaquid Peninsula, ci facciamo anche indicare l’uscita da prendere poi però…. Quando siamo in macchina cominciamo a pensare alle alci, soprattutto al fatto che abbiamo visto solo delle alci femmine, sarebbe bello vedere anche l’alce maschio, bull moose. Così addio Pemaquid Peninsula e benvenuta Millinocket. Millinocket si trova nel nord del Maine quasi al confine con il Canada e la strada è ancora lunga ma siamo molto gasati. Il tempo migliora, gli spazi si fanno sempre più aperti e le macchine diminuiscono. Abbiamo proprio il senso degli immensi spazi dove gli alberi sono gli unici compagni di viaggio. Arriviamo a Millinocket verso le 4 pm, ci dirigiamo subito a casa di colui che ci dovrà accompagnare alla ricerca delle alci. Il furgone è parcheggiato proprio lì fuori ma abbiamo una brutta sorpresa. Le escursioni sono terminate perché non ci sono tante persone interessate e non è più così facile vederle. Ma non ci arrendiamo. Prima però troviamo da dormire al Best Western (85$). In paese c’è il quartier generale del Baxter State Park dove andiamo per chiedere come poter vedere le alci all’interno del parco, su suggerimento della guida “bidonara” (nel depliant c’è scritto da giugno a ottobre). Non otteniamo molte informazioni ma non ci arrendiamo ancora. L’ultima spiaggia è il tourist information. Qui troviamo una signora gentilissima e molto disponibile pronta a risolvere il nostro problema. Chiama lei direttamente la società che si occupa delle escursioni e cerca una guida per domani mattina. Siamo arrivati fino a qui e andremo in cerca di alci. Ci siamo l’ha trovata e prenotiamo l’escursione. L’appuntamento è domani mattina alle 07.00 al lago lì vicino. Ci fornisce una cartina e quindi decidiamo di andare a vedere adesso il luogo d’incontro in modo da non sbagliarci. Il posto è stupendo. La natura ci lascia sempre senza parole non è facile descrivere la bellezza di questo posto. Ci sono tante casette di legno sul lago. In lontananza il Mount Katahdin la fa da padrone con la cima ricoperta di neve e le nuvole che lo accarezzano. Il sole sta tramontando dietro le montagne alle nostre spalle c’è qualcosa di magico nell’aria sembra di vivere una favola siamo così lontano da tutto e da tutti ma i nostri cuori sono pieni di serenità. Rientriamo al motel. Le prime luci della sera si accendono e le case addobbate per Halloween decorano il paese. Ceniamo al motel e poi facciamo due passi lì vicino. Il cielo è terso e pieno di stelle.
19 OTTOBRE – MERCOLEDI’
Millinocket, ME – North Conway, NH ( 300 ml )
Puntuali come un orologio svizzero alle 7 meno un minuto precediamo la guida al luogo dell’appuntamento. La guida è visibilmente sorpresa della nostra puntualità. Facciamo le presentazioni di rito e poi compiliamo un modulo di adesione all’escursione. Ad accoglierci in ufficio c’è il cane del posto, Baxter, ci abbaia ma non è pericoloso. Partiamo sulla jeep. Il sole si sta alzando e la natura pia piano si sveglia. Siamo solo noi. Rocco spiega a Dan che noi abbiamo già visto le alci a Greenville ma siamo venuti fin qui per poter vedere l’alce maschio, bull moose. Cominciamo percorrendo tratti di strada asfaltata ma dura poco perché ci inoltriamo per un sentiero non asfaltato e il nostro amico non guida certo piano. Io sono seduta dietro e ho anche un po’ di mal di schiena direi che è il massaggio ideale! Dopo un po’ costeggiamo un lago e sulla riva ci sono due alci femmine con un piccolo che stanno mangiando. Ci fermiamo e ci avviciniamo senza fare troppo rumore. Si accorgono di noi e si nascondono dietro a degli alberi. Ripartiamo e continuiamo la ricerca. Improvvisamente ci troviamo un alce maschio sulla strada, ma appena vede l’auto scappa nel bosco. Ci fermiamo, scendiamo e lo vediamo da lontano in mezzo alla boscaglia. Con lo zoom della telecamera e della macchina fotografica si vede bene. Chiediamo alla guida di poterci avvicinare così facendo un po’ di “camel trophy” tra tronchi, rami con spine e fango ci siamo vicino ma l’alce non ci aspetta si allontana e non lo vediamo più. Siamo stati comunque fortunati perché è molto difficile poterli vedere. Risaliamo in macchina e le sorprese non sono ancora finite. Dopo poco Dan si ferma improvvisamente e ci indica un punto in mezzo al bosco. Ci sono due alci maschio che si stanno scornando, roba da National Geographic. Scendiamo e li vediamo anche noi. Non crediamo ai nostri occhi. Che emozione! Non sono molto lontani da noi, ma è meglio non avvicinarsi troppo perché potrebbe essere pericoloso. Rimaniamo lì ad osservarli per una ventina di minuti. Le alci riprendono tranquillamente a mangiare. Sembra che la nostra presenza non li infastidisca. Sono veramente enormi e hanno un muso simpatico. Le corna fanno un po’ paura. Siamo veramente contenti la nostra perseveranza è stata premiata. Anche la guida non sembra crederci. Ci dice che questo è lo spettacolo più bello che ha visto in tutto quest’anno. Era anche un po’ preoccupato di non riuscire nel suo intento (trovare un bull moose), ci dice che Rocco l’ha messo un po’ sotto pressione. Forse era vero…
Non vorremmo più andar via ma gli alci ad un certo punto si allontano e quindi dobbiamo salutarli. Siamo ancora visibilmente emozionati per l’incontro. Rientriamo alla base. Scatto una foto ricordo di Dan con Rocco (lui ne ha vuole fare una a noi: da dimenticare!). Gli facciamo vedere anche qualche foto scattata e chiede di potergliele inviare una volta arrivati a casa (non abbiamo il cavetto per scaricarle adesso). Su richiesta ci consiglia di percorrere la strada che porta al Baxter State Park per vedere il foliage. E’ proprio quello che facciamo e non ce ne pentiamo anzi siamo molto soddisfatti. E’una giornata stupenda e i colori delle foglie sono splendenti. Un tappeto di foglie ricopre la strada. Rocco scatta foto a modulo continuo. Naturalmente siamo solo noi e la natura. Visto che non passa nessuno decido di guidare un po’ ma stò molto scomoda. Prima di lasciare Millinocket decidiamo di fermarci al Tourist Information a far vedere le foto alla signora Brenda che ci ha prenotato l’escursione. E’ molto contenta di vederci e allo stesso tempo è meravigliata per le alci che abbiamo visto. Anche lei ci chiede di inviarle le foto, potrebbe usarle per il depliant del prossimo anno. Siamo un po’ tristi perché dobbiamo lasciare questo posto incantevole, ma allo stesso tempo molto soddisfatti del nostro viaggio che sta volgendo al termine. Riprendiamo la tanto amata I-95 SOUTH, la nostra meta è North Conway, New Hampshire, al gestore del motel, il Junge’s Motel (65$) abbiamo detto che probabilmente saremmo tornati e così è stato. Arriviamo verso sera, si ricordano di noi, raccontiamo del nostro incontro con le alci. Il viaggio è stato lungo per adesso scarichiamo i bagagli e ceniamo. Domani vogliamo visitare il Mount Washington, tempo permettendo, percorrendo la strada panoramica che si snoda a nord per poi ripercorrere la Kancamagus, sempre tempo permettendo (l’altra volta era brutto tempo e dal passo non abbiamo visto niente perché era coperto dalle nuvole) e poi dirigerci verso il Lake Winnipesaukee , visitando il Castle in the Clouds. Buona notte.
20 OTTOBRE – GIOVEDI’
North Conway, NH – Weirs Beach, NH ( 200 ml )
Il Mount Washington non dobbiamo proprio vederlo! Quando partiamo da North Conway il tempo è bello ma appena ci avviciniamo alle montagne, cambia improvvisamente. C’è un forte vento, sembra quasi che venga giù qualcosa di ghiacciato e la strada è bianca. Ci fermiamo al VISITOR CENTER dove ci scaldiamo anche un po’. Compriamo le ultime cartoline e anche tutti i francobolli. Il posto è frequentato da scalatori e arrampicatori. Arriviamo quindi fin sotto alla montagna ma non saliamo. Proseguiamo poi il percorso nelle White Mountains e il paesaggio è molto bello, cambia anche il tempo. La I-93 fa parte dell’itinerario ma non sembra affatto una interstate. Arriviamo a Lincoln e prendiamo la Kancamagus (questa volta al contrario). C’è un gran bel sole ma è anche un gran freddo. Io sono un po’ stanca, sarà perché in queste ultime mattine ci siamo alzati molto presto per sfruttare al meglio questi ultimi giorni. Nel primo pomeriggio arriviamo al castello ma scopriamo, con dispiacere, che ha chiuso qualche giorno prima per la stagione invernale. Non importa, tanto questa strada l’avremmo dovuta fare comunque per arrivare al Lake Winnipesaukee. Arriviamo prima a Meredith, località turistica sul lago, molto caratteristica e attiva. Nel tratto di strada che unisce Meredith a Weirs Beach troviamo da dormire in un motel molto carino con vista sul lago, il Grand View Motel (70$), per la nostra ultima notte di viaggio nel New England. A Weirs Beach c’e’ una spiaggia balneabile, ad oggi deserta. C’è solo una ragazza che si dondola sull’altalena ricordando forse dei bei giorni passati insieme agli amici o al suo amore lì al lago. A farle compagnia c’è qualche gabbiano (non sono mica piccoli!). Tutti gli edifici sono chiusi, l’alta stagione ormai è passata ma è facile immaginare come d’estate questa località sia molto affollata e molto più viva. E’come andare al mare d’inverno in una bella giornata. Mentre facciamo qualche foto vediamo arrivare il “Mount Washington” un battello che porta i turisti a fare il giro del lago. Facciamo poi una visita anche a Meredith e qui riusciamo a spedire le cartoline direttamente dal post office. La vacanza stà giungendo al termine e ormai il pensiero è rivolto all’allestimento bagagli, che non sarà una cosa semplice come sempre accade al ritorno di un viaggio. Considerando che le valige saranno già belle che pronte, il programma di domani sarà: partenza abbastanza presto per l’aeroporto di Boston con sosta a Salem, la cittadina delle streghe, che è stata la nostra prima tappa all’inizio del viaggio.
21 OTTOBRE – VENERDI’
Weirs Beach, NH – Boston, MA ( 135 ml )
Come da programma lasciamo il motel abbastanza presto dopo aver fatto colazione. Anche oggi è una giornata stupenda. C’è un sole splendente. Arriviamo a Salem e facciamo due passi in centro. C’è molta più gente di 20 giorni fa. Lo spirito di Halloween aleggia nell’aria e c’è già chi è in maschera. Pranziamo al sacco e poi via per l’aeroporto. C’è ancora un po’ di strada da fare e come possiamo vedere il traffico è intenso, a differenza dell’altra volta oggi non è domenica ma venerdì. Percorriamo sempre al A1 South che ci porta direttamente all’aeroporto. Troviamo il noleggio auto dell’Alamo, riconsegniamo la macchina e prendiamo il bus navetta che ci porta al terminal dell’Air France. Siamo in perfetto orario e al check-in non c’è molta gente. Dopo l’imbarco dei bagagli provvediamo a trovare il nostro imbarco e come di consueto qui c’è già più fila soprattutto perché i controlli sono molto accurati (come è giusto che siano). Raggiungiamo il nostro gate e aspettiamo. C’è un sacco di gente. Facciamo un giro per i negozi. All’ora stabilita annunciano il nostro volo e ci mettiamo in fila. Una giovane signora di Baton Rouge, Louisiana, ci chiede conferma che la nostra fila sia quella per il volo su Parigi e da quel momento non smetteremo più di parlare con lei fino a quando non saremo seduti ognuno al proprio posto. Lasciamo il New England a malincuore con destinazione Parigi. Sorvoliamo ormai i cieli di casa e arriviamo a Bologna puntuali.