Diario di viaggio
New York City – Aprile 2006

Ma quanto è grande NYC? Ma quanta gente si incontra a NYC? Ma quanti rumori, odori, colori puoi trovare a NYC? Ma quanto è spettacolare NYC! Almeno una volta nella vita bisogna andarci. Lo dice una che non ama le metropoli! Prima di partire ne ero attratta e allo stesso tempo intimorita. Lasciatevi andare saprà accogliervi a braccia aperte, sorprendendovi piacevolmente.
Abbiamo trascorso nove giorni in un turbinio di itinerari sempre nuovi. Un simpatico episodio all’interno del Midtown Tunnel (Manhattan Tunnel) in cui due ragazzi venivano inseguiti da due poliziotti, è stato il nostro benvenuto in città.

Giovedì 20 aprile
E’ il primo pomeriggio di una splendente giornata primaverile quando atterriamo al John F.Kennedy International AIRPORT nel QUEENS. Il Queens è uno dei cinque boroughs (quartieri) di New York insieme a quelli di Manhattan, State Island, Brooklyn e il Bronx. Ritiriamo i bagagli e appena fuori ci mettiamo in fila per prendere il taxi direzione MANHATTAN (tariffa fissa : 45 $ + mancia ed eventuali costi extra). Non accettare passaggi dai “gipsy taxi” (abusivi) . Raggiungiamo il RADIO CITY APARTMENTS, a MIDTOWN (sulla 49th West tra la 6th e la 7th Avenue,) che sarà la nostra casa per i prossimi giorni.
Si trova vicino a TIMES SQUARE e si rivelerà essere in una posizione molto favorevole per qualsiasi spostamento. La stanza, al 10° piano, è confortevole e predisposta a soddisfare ogni esigenza. Una parete è adibita a cucina: frigorifero, macchina per fare il caffè con cialde, forno microonde, stufa a gas e stoviglie che non mancheremo di sfruttare.
Prima tappa il TOURIST INFORMATION, sulla 7th Avenue all’altezza della 53th WEST, per rifornirci di depliant e fare qualche domanda in merito alle visite da prenotare anticipatamente. Lì vicino, sulla BROADWAY all’altezza della 54th WEST, si trova l’ED SULLIVAN THEATRE, palcoscenico del “DAVID LETTERMAN SHOW” al quale vorremmo assistere. A malincuore però scopriamo che oggi è l’ultimo giorno che registrano. La trasmissione verrà sospesa per tutta la prossima settimana e riprenderà ai primi di maggio, quando noi faremo rientro in Italia.
Cerchiamo in tutti i modi di poter entrare oggi pomeriggio ma invano. Non ci resta che ripiegare nel vicolo laterale al teatro dove si trova l’ HELLO DELI di RUPERT JEE (rosticceria dove occasionalmente si collegano durante la trasmissione) e l’entrata secondaria del teatro. Questa strada è solita essere teatro di sketch. Nello stesso momento l’accesso alla strada viene interdetto alle macchine. Dal tetto dell’edificio di fianco al teatro stanno lanciando delle palline da golf a ritmo continuo. Il caso vuole che una di queste cada sulla strada e venga raccolta da Rocco.
Davanti all’uscita del teatro ci sono diversi “paparazzi” e scopriamo che stanno aspettando MICHAEL DOUGLAS, ospite di David Letterman per pubblicizzare il suo ultimo film “THE SENTINEL”. Decidiamo quindi di aspettare anche noi. L’attesa è lunga e si raduna un capannello di gente. Nel frattempo riusciamo a vedere altri protagonisti dello spettacolo quali BEEF ANDERSON, ALAN KARTER e il WILL LEE, il bassista della CBS ORCHESTRA.
Ecco uscire Michael Douglas. Una macchina scura lo attende col motore acceso, Michael Douglas si accomoda dopo un fugace saluto alla folla che lo accoglie. Altro ospite della trasmissione per promuovere la sua ultima incisione è MARK KNOPFLER, cantante dei DIRE STRAITS che a differenza di Michael Douglas, si ferma a firmare autografi.
NEW YORK E’ANCHE QUESTA!
Al calar della sera si accendono le luci e siamo pronti per andare in TIMES SQUARE. Times Square è un triangolo alla congiunzione fra la 42th W, la 7th Ave e Broadway. E’ una vera baraonda. Ci sono migliaia di persone in movimento al centro di miliardi di luci che accendono la piazza a giorno. Cartelloni pubblicitari ricoprono intere facciate di edifici. C’è l’ HARD ROCK CAFE, PLANET HOLLYWOOD, il negozio di giocattoli TOYS, il mega store della VIRGIN. Da questa piazza ogni anno il 31 dicembre vengono trasmesse le immagini in tutto il mondo del conto alla rovescia e i festeggiamenti per l’arrivo del nuovo anno.
La polizia non manca per vigilare, fare controlli, dispensare consigli a chi si trova in difficoltà o semplicemente per scambi di opinioni. C’è un buon rapporto tra la gente comune e forze dell’ordine.
A New York non esiste il silenzio. In qualsiasi momento del giorno e della notte ci sono sirene che strillano, la città non dorme mai.

Venerdì 21 aprile
Questa mattina di buon ora incominciamo la scoperta di questa città. Dalla nostra traversa raggiungiamo Times Square dove al Visitor Center acquistiamo la METROCARD, abbonamento settimanale per i trasporti pubblici (autobus e metropolitana) per 24 $ a testa . Poi svoltiamo in direzione GRAND CENTRAL TERMINAL per andare ad ammirare le decorazione del soffitto a volta nella sala principale della stazione. Passiamo da BRYANT PARK. Il parco, alle spalle della NEW YORK PUBLIC LIBRARY, è un piccolo polmone verde nella giungla di asfalto. A quest’ora non c’è molta gente ma i numerosi tavolini distribuiti sul prato ci fanno pensare che all’ora di pranzo sia molto frequentato. Intravediamo il CHRYSLER BUILDING, in stile art decò si staglia verso il cielo con le sue guglie argentate. La nostra prossima meta è il BROOKLYN BRIDGE, LOWER MANHATTAN. Inaugurato nel 1883 è stato il primo ponte d’acciaio sospeso costruito al mondo. Per raggiungerlo sperimentiamo la metropolitana. Un mondo sotterraneo popolato da mendicanti e artisti improvvisati cantanti e suonatori.
La mappa della metropolitana me la sono studiata prima di partire ricavandola dal sito internet corrispondente. (quelle nelle guide erano troppo piccole) ma adesso sono ugualmente un po’ impacciata. Sarà poi più semplice del previsto.
Nel caso in cui non avessimo avuto l’abbonamento, avremmo potuto acquistare il singolo biglietto, valido 2 ore, ai distributori automatici (con le istruzioni anche in italiano) che si trovano in corrispondenza dell’entrata appena scese le scale.
Le carrozze sono stipate. Questa linea porta anche al FINANCIAL CENTER il cuore finanziario della BIG APPLE.
Come constateremo personalmente, le linee più nuove hanno una cartina dove ogni fermata è contrassegnata da una luce colorata che rimane accesa se già effettuata. Diversamente c’è l’itinerario della singola linea con le diverse fermate. L’importante è che si sappia dove si deve o vuole scendere.
Postilla: nella metropolitana di New York non ci sono le scale mobili e a volte ci si trova anche sotto di più piani, prima di riemergere in superficie.
La nostra fermata è BOWLING GREEN. Appena usciti all’aperto respiriamo la dolce brezza che spira dal fiume. Il ponte è lì a due passi. Il percorso pedonale si trova al centro del ponte, sopra al livello stradale dove scorre il traffico da e per l’isola. Bisogna fare attenzione a tenersi sul lato riservato ai pedoni perché c’è anche la pista ciclabile e i ciclisti non perdonano le invasioni dei pedoni! (soprattutto perché non vanno piano). Superato il primo tratto, in salita, arriviamo al centro del ponte e si delinea alle nostre spalle lo SKYLINE di LOWER MANHATTAN. Da quanto tempo aspettavamo questo momento! Quante volte l’abbiamo visto nei film, nelle riviste, in tv.
Raggiungiamo il quartiere di BROOKLYN e ci rechiamo al parco pubblico al lato del ponte. Da qui si vede il ponte nella sua interezza e i grattacieli fanno da sfondo. Decidiamo di tornare qui per il tramonto.
Percorriamo il ponte in senso contrario e arriviamo al CIVIC CENTER sede del palazzo di giustizia, COUNTY COURTHOUSE, del municipio, CITY HALL e del WOOLWORTH BUILDING il più alto edificio del mondo fino al 1929, quando venne superato dal Chrysler Building. Frank Woolworth si era arricchito con i suoi negozi a prezzo fisso, dove tutto costava 5 o 10 cents, e che non facevano credito a nessuno. Fedele alla sua filosofia, pagò in contanti anche il suo grattacielo.
Pranziamo in uno dei tanti “BAR” dove puoi trovare di tutto, dalla pizza al sushi, verdure, carne, pasta. Basta solo servirsi, pagare e accomodarsi (il cassiere attacca sul vassoio un adesivo con scritto “pagato”).
St.Paul Chapel, il più antico edificio della città ancora in funzione, è il luogo dove vennero portati i primi feriti l’11 settembre. Quando a GROUND ZERO sono cominciati i lavori di ristrutturazione, tutti i messaggi lasciati sul luogo della tragedia, sono stati trasferiti al suo interno. Sarebbe famosa perché qui si trova la poltrona che GEORGE WASHINGTON usava per pregare, ma oggi è meta di pellegrinaggio per rendere omaggio alle vittime. E’ molto emozionante. GROUND ZERO, dall’altra parte della strada, è un immenso spazio vuoto. Chiudendo gli occhi puoi immaginarti le TWIN TOWERS, Si sente la loro mancanza. A breve inizieranno i lavori per realizzare il nuovo progetto che darà vita a nuove torri e il cantiere è tutto recintato. Al suo interno spiccano due travi a forma di croce, incastonate in una roccia, sopravvissute al crollo e conservate come simbolo delle vittime. Per non dimenticare, su appositi pannelli, una serie di immagini con didascalie, raccontano la catastrofe che ha colpito il mondo in quel tragico giorno. Nelle immediate vicinanze si trova anche la caserma dei pompieri che per primi sono intervenuti per portare i soccorsi. Nel momento in cui ci troviamo lì arriva una camionetta e viene aperta la caserma. All’interno c’è un altare in ricordo dei colleghi che hanno sacrificato le loro vite. Anche fuori della caserma c’è una targa che li commemora.
Tornando sulla BROADWAY arriviamo a TRINITY CHURCH, eretta nel 1846 e con un piccolo cimitero dove riposano i primi abitanti di Manhattan. Si trova proprio di fronte a WALL STREET che venne chiamata così perché qui nel 1653 sorgeva una palizzata a difesa della comunità olandese dagli attacchi degli indiani. Questa stretta via è sede del FEDERAL HALL originariamente sede del municipio, davanti al quale si erge la statua di GEORGE WASHINGTON che in questo luogo prestò giuramento come primo presidente degli Stati Uniti.
Poco distante ci appare l’edificio della borsa il NEW YORK STOCK EXCHANGE. La facciata è ricoperta da una enorme bandiera a stelle e strisce. In seguito agli attentati del 2001 è stato vietato l’ingresso ai non addetti ai lavori. Da qui arriviamo al BOWLING GREEN il più vecchio parco pubblico della città davanti al quale troviamo la scultura in bronzo del TORO. Non si tratta del simbolo di un mercato borsistico nell’eterno segno del toro, ma di una scultura di cui l’artista non sapeva cosa farsene.
Qui nel 1626 PETER MINUIT, primo governatore della colonia olandese di NEW AMSTERDAM, comprò tutta l’isola dagli indiani per un valore di 25 $, una statua ricorda l’evento.
All’estremità meridionale dell’isola di MANHATTAN sulla sponda occidentale che si affaccia verso lo stato del NEW JERSEY, il BATTERY PARK è il punto di partenza per recarsi in visita a LIBERTY ISLAND. Nel prezzo del biglietto, che si acquisita all’interno di CASTLE CLINTON, è incluso il tour a LIBERTY ISLAND (STATUA DELLA LIBERTA’) e alla vicina ELLIS ISLAND (MUSEO DELL’IMMIGRAZIONE). E pensare che Castle Clinton, costruito nel 1811 per proteggere Manhattan , si trovava a 300 metri al largo della costa.
Per il momento ci limitiamo a visitare il parco e ad ammirare LADY LIBERTY dal lungofiume. Nel parco è stata portata la “SFERA”, che si trovava davanti al WORLD TRADE CENTER. In parte è danneggiata ma potrà continuare a diffondere il messaggio in essa contenuto: pace e amore tra i popoli.
Ci sono diverse bancarelle che vendono cappellini, magliette, felpe a buon prezzo. I prezzi dei souvenir lievitano man a mano che ci si avvicina a TIMES SQUARE. Scopriremo poi che si possono trovare buoni prezzi anche a CHINA TOWN.
All’interno del FINANCIAL CENTER, che sorge alle spalle di GROUND ZERO, è stato ricostruito il WINTER GARDEN: un giardino di palme (provenienti dal deserto del Mojave, California) collocato nell’atrio dell’edificio, coronato da ampie vetrate.
E’ quasi l’imbrunire quando riattraversiamo il ponte di BROOKLYN. C’è una luce particolare. Il sole si intravede dietro le nuvole. Le piccole luci che lo decorano sono già accese.
Per la cena scegliamo un locale semplice e classico, fondamentalmente non per turisti. Davvero romantico. Ci spostiamo poi al parco visitato questa mattina, in attesa dell’oscurità che farà risplendere le mille luci dei grattacieli che si specchiano nel fiume HUDSON. La macchina della polizia perlustra il parco dandoci un senso di tranquillità. A farci compagnia c’è un ragazzo che come noi è venuto per ammirare lo spettacolo e immortalare nel tempo lo scenario che stiamo ammirando. Facciamo conoscenza e scopriamo che è originario del Tibet ed è a New York per studiare.
Come è piccolo il mondo!
Stanchi ma contenti facciamo rientro in TAXI, fermato in strada con l’aiuto di un passante. (da Brooklyn a Midtown Manhattan prezzo concordato 15$).
Prima di addormentarci diamo uno scorcio alle previsioni del tempo per i prossimi giorni (anche se non c’è Weather Channel, il canale meteo) e scopriamo che a partire da domani pioverà. Decidiamo quindi di visitare qualche museo.

Sabato 22 aprile
Con la metropolitana e qualche passo a piedi tra gli eleganti palazzi di PARK AVENUE nell’UPPER EAST SIDE, arriviamo al GUGGENHEIM MUSEUM, 1071 Fifth Ave, all’altezza della 89th Street. E’ quasi l’ora di apertura e davanti all’entrata c’è una discreta fila. Non mancano i venditori di ombrelli visto che sta diluviando. Purtroppo non è possibile ammirare la particolare forma del museo in quanto stanno ristrutturando l’esterno. La facciata è ricoperta dalle impalcature! Possiamo così solo immaginarcela pensando alle foto che abbiamo visto. La struttura progettata da Frank Lloyd Wright fu costruita in sedici anni e quando venne scoperta, nel 1959, fece scalpore e provocò un gran numero di controversie perché era completamente diversa dai condomini di questa parte così elegante e patrizia di Fifth Avenue.
Solomon R.Guggenheim da cui prende il nome il museo, uno degli uomini più ricchi d’America, cominciò a collezionare opere d’arte moderna come passatempo. Acquistò tele di Kandinskij, Chagall, Klee, Léger e altri artisti moderni a prezzi piuttosto bassi, e le espose nella sua suite al Plaza Hotel. Nel 1937 creò la Guggenheim Foundation che commissionò a Wright il progetto del museo.
L’accesso al museo viene agevolato per coloro che sono in possesso del CITY PASS (che consente un lieve risparmio di denaro e un impagabile risparmio di tempo). E’ possibile acquistarlo presso i Visitor Center o semplicemente nel momento in cui si visita il primo dei luoghi in cui è previsto entrare con questo abbonamento, come scegliamo di fare noi. Il nostro CITY PASS include le ulteriori entrate al MOMA (Museo d’Arte Moderna), al Museo di Storia Naturale , la salita all’EMPIRE STATE BUILDING, la crociera intorno all’isola di Manhattan, e la visita dell’ INTREPID SEA AIR SPACE MUSEUM.
Dopo aver depositato zaini, giacche e ombrelli, cominciamo la visita del museo forniti di audio guida che sarà molto utile. Dall’interno ammiriamo la forma a spirale, saliamo all’ultimo anello e scendiamo fermandoci alle esposizioni che ci interessano.
Quando usciamo ci accorgiamo che il museo si trova in corrispondenza di un’entrata di Central Park e decidiamo di andare a vedere. Ci troviamo ai bordi di un grande lago costeggiato da alberi in fiore, ma ricomincia a piovere e quindi proseguiamo nella visita ai musei.
Il MUSEO di STORIA NATURALE (Central Park West all’altezza della 79th Street) è esattamente dall’altra parte del parco rispetto a dove ci troviamo adesso. Questa volta prendiamo l’autobus. Il biglietto è possibile acquistarlo nel momento in cui si sale. (senza biglietto non si va da nessuna parte). Non è possibile pagare con soldi di carta ma solo con le monete. Noi utilizziamo la METROCARD. Passiamo sotto il parco e siamo nell’ UPPER WEST SIDE. Con il CITY PASS evitiamo la fila per i biglietti, ma dobbiamo ugualmente recarci alla cassa (c’è una corsia a parte).
L’American Museum of Natural History è uno dei più grandi musei di storia naturale del mondo, colmo di fossili, pietre, scheletri e altri reperti. Le sale, che ospitano ben 32 milioni di pezzi in mostra, occupano quattro piani. Raccolgono collezioni dedicate ai popoli asiatici; ai popoli e ai mammiferi africani; a rettili e anfibi; pietre preziose e minerali; una mostra sugli indiani delle pianure e dei territori orientali. Altre sono dedicate alla vita nell’oceano; ai mammiferi nord-americani. L’esposizione più famosa è quella dedicata ai dinosauri con oltre 120 esemplari esposti.
Il museo è enorme e c’è un sacco di gente. Merita una visita ma è molto dispersivo. Bisognerebbe visitarlo in più volte.
L’ultimo che visitiamo è il Museo d’Arte Moderna, conosciuto comunemente con il nome di MOMA. Fondato nel 1929 da tre donne facoltose, inaugura questa nuova sede al n.11 di W 53rd street nel 2001. In seguito a lavori di ampliamento riapre i battenti nel 2004 in occasione del suo 75° compleanno. Su una superficie di 58.000 metri quadrati, oggi ospita una collezione permanente di oltre 100.000 pezzi tra dipinti, sculture, disegni, stampe, fotografie, modelli architettonici e oggetti di design ai quali va aggiunto l’archivio filmico di livello mondiale. Non possono mancare le creazioni che hanno reso famoso Andy Warhol: “Gold Marilyn Monroe” e “Campbell Soup Cans”. Inoltre non vanno dimenticati alcuni capolavori del post-impressionismo di Cézanne, Gauguin, Van Gogh (“Notturno”) e Monet (“Ninfee”). Ci sono opere di Picasso, Chagall, Mondrian, Matisse, Kanddinsky, De Chirico, Mirò, Dalì e Magritte.
Ormai è sera quando usciamo. Rientriamo in albergo e ceniamo. Continua a piovere ma decidiamo di uscire ugualmente e ci dirigiamo verso la 5th Ave. Vorremmo andare a vedere la mostra delle orchidee che c’è al Rockefeller Center ma a metà strada la pioggia battente ci fa cambiare idea. Per oggi siamo contenti così.
Il programma di domani, domenica, prevede la messa GOSPEL ad HARLEM e per il pomeriggio vedremo il tempo che farà.

Domenica 23 aprile
Per arrivare ad HARLEM prendiamo la metropolitana. Il tragitto non è corto. L’ABYSSINIAN BAPTIST CHURCH è una delle più famose per il suo coro GOSPEL. La funzione inizia alle 09:00 e quando arriviamo c’è già una lunga fila di gente che aspetta per entrare. Ci viene detto che non sarà più possibile fare entrare nessuno per questa funzione. Bisognerà attendere la prossima alle 11.00. A questo punto la maggior parte della gente abbandona la fila. Noi e pochi altri rimaniamo e poco a poco veniamo fatti accomodare in chiesa, nella balconata superiore . Il reverendo sta già dicendo messa. Poco dopo il coro, capeggiato da un giovane cantante bianco, comincia a cantare. E’ una vera emozione. Il reverendo comincia il sermone e la gente risponde, applaude, partecipa attivamente al dialogo. Oltre l’offerta viene fatto girare un cestino con dei biglietti sui quali la gente può scrivere i propri problemi, temi di discussione o ringraziamenti. In questo modo abbiamo vissuto uno degli aspetti della vita quotidiana.
Visto che continua a piovere decidiamo di andare ai grandi magazzini MACY’S. Sono i più grandi del mondo: 10 piani dislocati in due edifici. Come turisti possiamo usufruire di una percentuale di sconto su tutti i prodotti. Bisogna procurarsi la tessera presso l’ufficio informazioni. I punti di ristoro non mancano e decidiamo di pranzare qui. Dopo aver trascorso un paio d’ore ne abbiamo abbastanza e usciamo all’aria aperta. Non piove più e un timido sole si affaccia dietro le nuvole portate dal vento. Proprio di fronte a noi spunta l’EMPIRE STATE BUILDING. La cima appare e scompare da dietro le nuvole. Per effetto dell’escursione termica, da molti tombini soffiano nuvole di vapore.
Da qui ci dirigiamo a piedi al FLATIRON BUILDING. Questo edificio. costruito nel 1902 con una struttura di acciaio, è stato il primo e vero grattacielo della città. Mentre sto leggendo sulla guida le informazione riguardanti questo edificio, un passante si ferma per chiederci se abbiamo bisogno d’aiuto. Non è la prima volta che ci succede. Già in un’altra occasione una ragazza si è fermata a chiedere se poteva aiutarci, vedendoci consultare una cartina. Proseguiamo poi verso CHEALSEA. Un distretto alquanto artistico. La metropolitana ci porta all’ GREENWICH VILLAGE. Lungo strade alberate, vi sono edifici di mattoni rossi con l’ingresso preceduto da alcuni scalini e ringhiere decorate. Ci sono molti locali per giovani, bistrot, ristoranti con tavolini all’aperto. C’è un’ atmosfera festosa e rilassata. Concludiamo la visita in WASHINGTON SQUARE GARDEN, in zona universitaria. Il parco pullula di gente. Ci sono dei ragazzi che suonano e cantano, un sassofonista solitario suona il suo strumento allietando la nostra sosta. Dei bambini giocano in uno specchio d’ acqua piovana tra schiamazzi e risate. . Rimaniamo ad osservare il passaggio. Attraversiamo l’’ARCO TRIONFALE”, costruito nel 1892 per commemorare i 100 anni dalla nomina di GEORGE WASHINGTON a presidente, e ci incamminiamo per la 6th Ave fino a quando, dopo avere cenato con un panino fai da te da SUBWAY (catena per il ristoro dove farsi fare un panino scegliendo il tipo di pane e gli ingredienti tra carne, verdure, salse, e condimenti per imbottirlo) torniamo in albergo con la metropolitana. Molto probabilmente domani andremo al WOODBURY COMMON, un outlet a un’ora da New York.

Lunedì 24 aprile
Dopo una rapida occhiata alle previsioni decidiamo di andare all’outlet. Con la metropolitana raggiungiamo PORT AUTHORITY, la stazione dei pullman. E’ immensa, occupa due edifici. Il biglietto costa 38 $ (andata e ritorno/ go and back). Saliamo qualche piano per raggiungere il punto di accesso al pullman. (sul biglietto c’è scritto il numero del gate). Partenza puntuale e in un’ora raggiungiamo il centro commerciale. Per lasciare la città attraversiamo il LINCOLN TUNNEL e dalle sponde del NEW JERSEY si goda una splendida veduta dell’isola di MANHATTAN. Il cielo si sta schiarendo, non è poi così una brutta giornata, è solo un po’ nuvoloso e più tardi uscirà anche il sole. Durante il tragitto, studio la piantina dell’outlet fornitaci dal bigliettaio, evidenziando i negozi che ci possono interessare in modo da non fare dei giri a vuoto. Ci sono diverse marche: ARMANI, GAP, LEVI’S, GUCCI, CHANEL, PUMA, ADIDAS, SONY, NIKE.
Abbiamo scelto una giornata ideale, praticamente non c’è nessuno. Prima di cominciare il tour per negozi ci rechiamo all’ufficio informazioni per ottenere il blocchetto degli sconti. A pranzo mangiamo qualcosa alla court food dove c’è l’imbarazzo della scelta. Ripreso lo shopping facciamo gli ultimi acquisti e ci dirigiamo alla fermata del pullman per prendere quello delle 16.00. Quando arriviamo a New York è l’ora di punta e impieghiamo un po’ più di tempo per raggiungere la stazione di non quanto abbiamo impiegato questa mattina per percorrere lo stesso tragitto
Depositiamo gli acquisti in albergo e decidiamo di andare a fare la crociera intorno all’isola. Con la metro e due passi a piedi ci rechiamo al PIER (molo) 83 all’altezza della 42th W e la 12th Ave. Commutiamo la prenotazione del CITY PASS in biglietto e saliamo a bordo della CIRCLE LINE. Ci siamo portati da mangiare al sacco che consumiamo prima della partenza prevista per le 19.00. Costeggiamo la parte meridionale dell’isola, passando sotto il ponte di Brooklyn, fino ad arrivare al palazzo delle Nazioni Unite. Al ritorno arriviamo a Liberty Island.
Con l’autobus e poi con la metro arriviamo in TIMES SQUARE da dove proseguiamo a piedi dando un’occhiata ai negozi di souvenir dove non mancano i gadget di ogni tipo con la scritta “I LOVE NEW YORK”.

Martedì 25 aprile
Questa mattina andiamo a LIBERTY ISLAND. Con la metropolitana arriviamo a Battery Park e facciamo i biglietti a Castle Clinton. Per accedere al traghetto è necessario passare severi controlli, ma la fila scorre abbastanza veloce. In mezz’ora raggiungiamo l’isola.
Alta 46 metri, LADY LIBERTY sorretta dalla struttura in acciaio, disegnata da Gustave Eifell, è davvero imponente. Ideata dall’intellettuale francese Edouard Laboulaye, realizzata in Francia nel 1871 dallo scultore Frederic Auguste Bartholdi , poi trasportata fin qui e ricostruita, è stata inaugurata nel 1886 ed è uno dei monumenti più conosciuto di New York.
Visitiamo l’isola percorrendo a piedi il parco che circonda la statua. Una volta era possibile salire fino in cima alla corona. Ora, solo su prenotazione, è possibile arrivare in cima alla base della statua.
Dopo aver saccheggiato un ricco negozio di souvenir prendiamo il traghetto per ELLIS ISLAND dove tra il 1892 e il 1954 sbarcarono più di dodici milioni di immigrati. L’antico edificio utilizzato per accogliere gli stranieri è stato completamente ristrutturato e trasformato nel MUSEO dell’IMMIGRAZIONE. E’ possibile rivivere le fasi di sbarco e conoscere le pratiche di registrazione a cui venivano sottoposti i nuovi arrivati, lasciati anche lunghi giorni in attesa prima di ricevere il nulla osta per entrare negli Stati Uniti. I nomi della maggior parte degli immigrati sono incisi su di una lamina di ferro all’esterno del museo. Noi ci soffermiamo a cercare i nostri cognomi, facilitati dall’ordine alfabetico.
Pranziamo al sacco nel parco, affollato da scolaresche oltre che dai turisti, con Manhattan sullo sfondo. E’una splendida giornata di sole, non c’è una nuvola.
Nel primo pomeriggio prendiamo il traghetto per tornare a Manhattan. Da qui passeggiamo in Battery Park,
Ci spostiamo poi nella parte ad est dell’isola, prima a CHINATOWN e di seguito a LITTLE ITALY. Qui in un negozio acquistiamo pane, prosciutto, mozzarella e un dolce alla Pasticceria Ferrara in Mulberry Street, che saranno la nostra cena.
Imbocchiamo poi la Broadway che percorriamo per un lungo tratto fino a rifugiarci in una libreria quando comincia a piovigginare. Per tornare all’albergo prendiamo la comodissima e velocissima metropolitana.

Mercoledì 26 aprile
Altra giornata di splendido sole. Oggi visitiamo CENTRAL PARK. Arriviamo all’entrata meridionale del parco sulla 59th. Costeggiamo uno specchio d’acqua fino ad arrivare alla famosa pista di pattinaggio, WOLLMAN MEMORIAL RING, vista in tantissimi film, La primavera è nel pieno del suo splendore e gli alberi sono tutti in fiore. Siamo circondati dal verde e dalla quiete. E’ una strana sensazione pensare di essere a NEW YORK immersi nella natura. Qua e là spunta qualche scoiattolo. Qualcuno porta il cane a passeggio. Dopo una sosta al Dairy Building visitors center ci dirigiamo alla giostra con i cavalli, fatti a mano, del CAROUSEL costruita nel 1903 a Coney Island e trasportata nel parco nel 1951. Poco distante c’è lo ZOO ma non siamo interessati a visitarlo. Da qui continuiamo verso THE MALL il viale alberato di olmi americani più fotografata del parco. Peccato però che stiano lavorando ed è inaccessibile. Incontriamo un artista di strada che suona il suo sax. Seguiamo il viale per arrivare alla “BETHESDA TERRANCE AND FOUNTAIN ”, proprio di fronte al lago, “THE LAKE”, dove è possibile noleggiare una piccola barca a remi per una gita. Da un sentiero si arriva al “BOW BRIDGE”, spesso scelto come set cinematografico e per servizi fotografici. Proseguendo ci si inoltra nella fitta boscaglia di “THE RAMBLE” ricca di sentieri per gli amanti del BIRD WATCHING e camminatori.
Noi ripieghiamo verso “SHEEP MEADOW” un prato vastissimo dove fino al 1934 pascolavano le pecore, e oggi c’è chi fa ginnastica, chi prende il sole, chi gioca a baseball e chi consuma il pranzo come faremo noi. Considerando la vastità di CENTRAL PARK, disseminati per il parco ci sono dei chiostri dove personale competente dà informazioni e fornisce cartine e depliant gratuiti.
A Strawberry Fields un mosaico con la scritta “IMAGINE” commemora John Lennon che nel 1980 venne assassinato da un fan, davanti alla sua abitazione, il Dakota Building, poco distante da lì,
L’intero parco è attraversato da una strada principale suddivisa per competenze: pedoni e corridori, ciclisti, mezzi motorizzati (polizia) e carrozze trainate da cavalli e con cocchieri in livrea che fanno da ciceroni. Cartelli indicatori spiegano da che parte stare.
Proseguiamo la nostra esplorazione verso nord e arriviamo al JACQUELINE KENNEDY ONASSIS RESERVOIR, un lago immenso circondato una pista non asfaltata frequentata da gente di tutte le età che fa jogging. Ci ritroviamo in prossimità del GUGGHENHEIM MUSEUM.
Superato il lago percorriamo il lato est e arriviamo ai giardini fioriti di “CONSERVATORY GARDEN”, poco oltre c’è anche una piscina.
Quando arriviamo alla fine siamo veramente stanchi, dalla 59th siamo arrivati alla 110th strada. Con l’autobus raggiungiamo il POST OFFICE, ma lo stanno ristrutturando e non è possibile vedere la particolare struttura. Di fronte c’è il MADISON SQUARE GARDEN, impianto sportivo che ospita anche spettacoli. Questa sera c’è una partita di hockey e gli spettatori stanno già arrivando. La polizia sorveglia l’area.
Per il tramonto decidiamo di salire sull’EMPIRE STATE BUILDING.
Mangiamo qualcosa prima e alle sei ci mettiamo in fila. Naturalmente saltiamo quella per i biglietti perché abbiamo il CITYPASS (in questo caso non serve commutarli alla cassa). Ci sono dei cartelli che indicano i minuti di attesa per salire. Veniamo incanalati in un serpentone e dopo severi controlli raggiungiamo un primo ascensore che ci porta fino all’86 piano in meno di un minuto. Da qui, dopo esserci muniti di audio guida (molto utile) con un altro ascensore, raggiungiamo la cima.
Lo spettacolo è meraviglioso e impressionante per quanto siamo in alto! Si vede veramente tutta NEW YORK. A sud lo sguardo arriva fino a LIBERTY ISLAND e a nord fino al WASHINGTON BRIDGE che porta in NEW JERSEY. Riconosciamo perfettamente i luoghi visitati fino ad ora. Appare chiaramente la forma dell’isola e come l’uomo sia stato in grado di trasformarla occupando ogni minimo spazio.
Non ci stancheremmo mai di stare qui a guardare.
Al tramonto assistiamo alla lenta trasformazione della luce da naturale ad artificiale. Tutto cambia e si presenta davanti a noi un nuovo spettacolo.

Giovedì 27 aprile
Questa mattina andiamo nel BRONX. Prendiamo la metropolitana che dopo aver attraversato il fiume risale in superficie ed è sopraelevata rispetto al manto stradale. Scendiamo nel SOUTH BRONX quello che una volta era il posto più malfamato e pericoloso della città. Oggi le guide consigliano di visitarlo preferibilmente di giorno. La differenza da MANHATTAN è notevole. La maggior parte delle case sono diroccate e ricoperte di graffiti. Non ci sono grattacieli. Le strade sono sporche. I negozi sono quasi inesistenti. Poco distante nelle vicinanze di Charlotte Street hanno rinnovato gli edifici e ci sono delle piccole casette con giardino che danno una speranza di rinascita del quartiere. Facciamo due passi a piedi stando comunque sempre molto attenti. Polizia non ne vediamo. Attraversiamo poi il quartiere in autobus per raggiungere la fermata della metropolitana che ci porterà a CONEY ISLAND, esattamente dalla parte opposta. Per arrivare impieghiamo più di un’ora. Ora capisco perché molta gente dorme, legge un libro, ascolta musica. Attraversiamo il fiume HUDSON sul MIDTOWN BRIDGE e da quel momento la metropolitana rimane in superficie. Arriviamo a CONEY ISLAND proprio all’ora di pranzo e mangiamo un ottimo HOT DOG da NATHAN’S. E’ proprio di fronte alla stazione della metropolitana. E’ molto frequentato anche da uomini d’affari in giacca e cravatta che siedono al tavolino con davanti un hot dog e una mega bibita. Un cartellone gigante, che ricopre un intero edificio, scandisce il tempo alla rovescia per l’appuntamento di Luglio quando si svolgerà la sfida tra mangiatori di hot-dog. Una vera e propria americanata! In queste cose sono bravissimi.
La grande ruota panoramica e le montagne russe del parco giochi sono i simboli di questa località, per molti newyorchesi meta di svago e di vacanze nei mesi più caldi. Ci sono dei rivenditori di bibite, panini, zucchero filato. Alcuni stanno facendo manutenzione ai propri chioschi e mentre ci fermiamo ad osservare le specialità offerte in uno di questi, scambiamo due chiacchiere con un simpatico signore di colore che sta ridipingendo una scritta. Quando gli diciamo di essere italiani, come prima città nomina Bologna. Ci dice anche che hanno scritto un articolo su di lui in un giornale italiano ma non si ricorda quale. Proseguiamo la nostra passeggiata lungo il pontile di legno che costeggia la spiaggia. Essendo una bella giornata c’è chi si azzarda a prendere il sole, chi gioca a beach volley, chi sonda la spiaggia in cerca di tesori nascosti. Sostiamo su di una panchina di fronte al mare quando poco distante da noi si sdraia un ragazzo e accende la radio, che trasmette musica spagnola, con un volume altissimo. Fine della siesta!
Riprendiamo la metropolitana fino a GROUND ZERO e da qui proseguiamo a piedi sulla BROADWAY attraverso TRIBECA (TRIangle BElow CAnal Street) dove magazzini sono stati trasformati in appartamenti di lusso e SOHO (SOuth HOuston) sinonimo di alta moda e caratterizzato da edifici con facciate di ghisa. Arriviamo fino all’albergo a piedi. Ci fermiamo per la cena in UNION SQUARE, dove nel XIX si svolgevano manifestazioni sindacali e politiche, oggi si tiene il più grande mercato ortofrutticolo all’aperto della città. Alle 8 di sera è completamente popolata, facciamo fatica a trovare una panchina dove sederci. Ci sono dei ragazzi che giocano con una palletta dando un po’ di spettacolo, altri semplicemente chiacchierano, altri come noi mangiano qualcosa. Siamo proprio a nostro agio e come se non fossimo dei turisti ma dei frequentatori abituali.

Venerdì 28 aprile
E’ già venerdì. Questa è l’ultima notte che passiamo a New York. Oggi cominciamo la nostra passeggiata raggiungendo il ROCKEFELLER CENTER e ST.PATRICK’S CATHEDRAL sulla 5th Ave fino a COLUMBUS CIRCLE. Pranziamo a CENTRAL PARK poi ci spostiamo nella parte nord est dell’isola fino al QUEENSBUROUGH BRIDGE che collega MANHATTAN a ROOSEVELT ISLAND. Per raggiungere l’isola si può anche prendere la funivia, TRAMWAY, ma in questi giorni è ferma per manutenzione. Si è bloccata la settimana scorsa e hanno dovuto trasferire le persone su di un’altra cabinovia a 60 m sul fiume.
Da qui proseguiamo in autobus fino ad arrivare al palazzo delle nazioni unite, ONU. Con un altro autobus arriviamo davanti alla NEW YORK PUBLIC LIBRARY , la più grande biblioteca del mondo. Percorriamo la gradinata incorniciata da due maestosi leoni, entriamo e, dopo aver deposito gli zaini, saliamo al terzo piano per vedere la sala di lettura che può ospitare fino a 636 persone. Dopo una sosta in Bryant Park, prendiamo un autobus fino a Washington Square per tornare nel Greenwich Village nelle strade delle sit com “Friends” e “Sex and the city”.
Con la metropolitana raggiungiamo il punto d’imbarco del traghetto per STATEN ISLAND, che offre un servizio gratuito 24 ore su 24 con una corsa ogni ½ durante il giorno e una ogni ora durante la notte. Dopo aver verificato gli orari facciamo una passeggiata in Battery Park dove ceniamo e aspettiamo il tramonto decidendo di fare un giro anche noi sul traghetto.
Il traghetto è inconfondibile con il suo colore arancione! C’è un sacco di gente, Non solo pendolari ma anche molti turisti che come noi ammirano il sole tramontare dietro la statua della Libertà. Uno spettacolo unico, davvero indimenticabile. Concludiamo la serata in Times Square per fare gli ultimi acquisti di souvenir.
Adesso viene la parte più triste: dobbiamo fare le valige.

Sabato 29 aprile 2006
Ultimo giorno nella Grande Mela. Non ci resta che vedere meglio TIMES SQUARE di giorno. Un mondo tutto diverso ma sempre molto affollato. Sulla 5th Ave. Entriamo nel negozio della WALT DISNEY, TIFFANY, NIKE TOWN, il centro commerciale in COLUMBUS CIRCLE. Arriviamo al LINCOLN CENTER dopo aver comprato qualcosa per il pranzo andiamo a consumarlo a CENTRAL PARK più affollato del solito. Mentre durante la settimana i bambini sono accompagnati dalle badanti, oggi ci sono anche i genitori. Torniamo all’albergo dove abbiamo lasciato in deposito i bagagli e ci aspetta l’auto,prenotata ieri, per portarci in aeroporto.
E’ una bellissima giornata e un po’ a malincuore lasciamo questa città. Siamo contenti per tutto quello che abbiamo visto e vissuto.

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